È quanto emerge da una nota congiunta diffusa dalle procure di Frosinone e Latina. L'uomo è al momento in stato di fermo per omicidio volontario aggravato. Dopo l'assassinio avrebbe tentato di togliersi la vita. Gli inquirenti hanno trovato anche un bloc-notes dove l'uomo aveva appuntato alcune frasi, tra cui la verosimile confessione del delitto: "Non volevo ucciderla. La amo"
Ha confessato P.I, l'uomo di 38 anni che ha ucciso la ex fidanzata Romina De Cesare, 36 anni, a Frosinone in via del Plebiscito, nel centro storico, dopo averla strangolata e colpita con 15 coltellate all'addome. È quanto emerge da una nota congiunta diffusa dalle procure di Frosinone e Latina. L'uomo è al momento in stato di fermo per omicidio volontario aggravato. Dopo l'assassinio avrebbe tentato di togliersi la vita. Gli inquirenti hanno trovato anche un bloc-notes dove l'uomo aveva appuntato alcune frasi, tra cui la verosimile confessione del delitto: "Non volevo ucciderla. La amo". La procura di Latina chiederà al gip la convalida del fermo, mentre quella di Frosinone disporrà l'autopsia sul corpo della donna per verificare la dinamica di quanto accaduto e l'ora in cui si è consumata la tragedia.
Le indagini
Le indagini sono coordinate dalla Procura di Frosinone e dirette dalla squadra mobile della questura. Sul posto oltre che il questore di Frosinone, Domenico Condello è arrivato anche il procuratore capo di Frosinone Antonio Guerriero. Si scava nella vita dei due soggetti coinvolti e si cercano anche indizi nelle immagini delle telecamere che si trovano nella zona dell'appartamento. In base a quanto accertato dagli inquirenti, i due vivevano da qualche tempo da "separati in casa": si erano trasferiti a Frosinone per lavoro, ma erano in procinto di andarsene per via della relazione giunta al capolinea. I conoscenti della vittima non riuscivano a contattarla da 24 ore. L'uomo - stando agli inquirenti - avrebbe ucciso la donna in casa e poi avrebbe guidato fino a Sabaudia e dopo avere parcheggiato l'auto, all'interno della quale gli inquirenti avrebbero trovato anche degli scritti ora al vaglio, si è incamminato sulla spiaggia dove è stato fermato.
La scoperta del cadavere
A scoprire il corpo di Romina De Cesare sono stati gli agenti della squadra Volanti e i vigili del fuoco, allertati dall'attuale compagno della vittima insospettito dal fatto che non riuscisse a rintracciarla da ore. Quando la porta è stata sfondata i pompieri e i militari del comando provinciale di Latina diretti dal colonnello Lorenzo D’Aloia hanno scoperto il corpo della 36enne era a terra, senza vita e con evidenti segni di coltellate e dissanguamento.
Fermato l’ex fidanzato
Nello stesso frangente in provincia di Latina i carabinieri sono intervenuti sulla spiaggia di Sabaudia nello stabilimento Saporetti, a Torre Paula, dove alcuni passanti hanno segnalato la presenza di un giovane seminudo ed in stato confusionale che diceva frasi senza senso. Una volta avvicinato, tranquillizzato e portato in ospedale, ha dato come indirizzo di riferimento l'abitazione della donna uccisa. L’uomo è ora in stato di fermo e sarà ascoltato dal procuratore Guerriero.
Due comunità molisane sconvolte
Due paesi del Molise sconvolti dall'omicidio: Romina De Cesare era di Cerro a Volturno (in provincia di Isernia), P.I. invece di Pizzone (nella medesima provincia). "Siamo distrutti - ha detto all'Ansa il sindaco di Cerro a Volturno, Remo Di Ianni - la notizia è arrivata attraverso i social e nessuno voleva crederci. Romina era andata via, ma tornava spesso a Cerro dove vive solo suo padre poiché la madre è morta. Una ragazza dolce, delicata, buona. Quello che è accaduto è incomprensibile, tragedie che abbiamo vissuto di riflesso attraverso i fatti di cronaca analoghi che accadono in Italia e nel mondo, ora ci toccano in prima persona e la nostra è una comunità piccola, poco più di 1000 anime, soffre e abbraccia forte il padre di Romina". Ancora meno abitanti a Pizzone, circa 300 persone, che hanno appreso la notizia sempre attraverso i social: "Siamo devastati dall'accaduto - ha detto all'Ansa il sindaco, Vincenzo Di Cristofano - il ragazzo è originario di Cerro, ma prima di lasciare il Molise per lavoro si era trasferito qui a Pizzone, dove molto spesso tornava. Lo conosciamo tutti e ci risulta difficile credere che abbia potuto uccidere Romina. Il nostro paese è un 'condominio' di Roma e il dolore di una persona è il dolore di tutti. Due famiglie distrutte".
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