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Fedez indagato a Roma per diffamazione: aveva parlato di Pietro Maso in una canzone

Lazio

"E' richiamata in maniera esplicita la drammatica vicenda personale e processuale che mi ha visto coinvolto - scrive Maso nella denuncia, condannato a oltre 30 anni per aver ucciso i genitori - e che, a distanza di anni e di un faticoso e doloroso percorso personale sono riuscito a superare"

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Fedez è indagato a Roma con l'accusa di diffamazione aggravata nei confronti di Pietro Maso, l'uomo che ha scontato una pena ad oltre 30 anni di carcere per avere ucciso nel 1991 i suoi genitori. Nei mesi scorsi l'avvocato Alessio Pomponi, difensore di Maso, ha presentato denuncia in relazione al testo della canzone "No Game-Freestyle", pubblicata nel giugno scorso dal rapper e contenente un riferimento alla vicenda processuale di Maso, tornato libero nel 2013. "Flow delicato, pietre di raso, saluti a famiglia da Pietro Maso, la vita ti spranga sempre a testa alta come quando esce sangue dal naso (…)", è il passaggio del brano contestato dall'avvocato.

La denuncia

"L'invito all'utilizzo di un arnese come la 'spranga' rimanda mediante un linguaggio allusivo alle modalità con cui si è perpetrato il delitto - si legge nella denuncia finita all'attenzione dei magistrati capitolini - e la locuzione che precede ironizza in maniera inaccettabile in merito alla mia vicenda personale". Per il denunciante "le espressioni utilizzate, riferite e riferibili in maniera chiara, diretta ed esplicita al sottoscritto, appaiono oggettivamente diffamatorie e non possono essere certamente ricondotte all'uso di immagini forti appartenenti al genere musicale o alla cifra artistica degli autori, ovvero a vicende personali assimilabili", mentre "è richiamata in maniera esplicita la drammatica vicenda personale e processuale che mi ha visto coinvolto - scrive Maso nella denuncia - e che, a distanza di anni e di un faticoso e doloroso percorso personale sono riuscito a superare". Per Maso la "libertà di espressione e di manifestazione del proprio pensiero, anche e soprattutto nel caso di specie… non può determinarsi in modo da ledere l'onorabilità altrui, atteso, vi è più, che la vicenda che ha interessato il sottoscritto, ad oggi, non assume alcun interesse in termini di attualità e rilevanza storica".

Il delitto

L'omicidio dei coniugi Antonio Maso e Mariarosa Tessari, uccisi con una spranga e un punteruolo, avvenne la notte tra il 17 e il 18 aprile del 1991 nella villetta dove vivevano a Montecchia di Crosara, in provincia di Verona. Pietro Maso, all'epoca dei fatti appena 19enne, dopo alcuni giorni confessò di essere l'autore del massacro, compiuto con l'aiuto di tre suoi amici, Paolo Cavazza, Giorgio Carbognin e un minorenne, al fine di appropriarsi della sua parte di eredità. Il nome di Maso è tornato d'attualità nel luglio dello scorso anno dopo che divenne di dominio pubblico la notizia del reddito di cittadinanza da lui percepito per alcuni mesi.