I magistrati hanno, inoltre, dichiarato estinto il rapporto di Russo - accusato di corruzione in atti giudiziari - con la pubblica amministrazione e disposto un risarcimento di 100mila euro in favore della Presidenza del Consiglio, costituitasi parte civile, e di oltre 64 mila in favore dell'amministrazione giudiziaria
I giudici della II sezione penale di Roma hanno condannato a 11 anni di carcere il giudice del Consiglio di Stato Nicola Russo - ora sospeso - per l'accusa di corruzione in atti giudiziari per avere pilotato almeno tre sentenze. La Procura aveva chiesto una condanna a 7 anni e mezzo. I magistrati hanno, inoltre, dichiarato estinto il rapporto di Russo con la pubblica amministrazione e disposto un risarcimento di 100mila euro in favore della Presidenza del Consiglio, costituitasi parte civile, e di oltre 64 mila in favore dell'amministrazione giudiziaria a titolo di riparazione pecuniaria.
L'indagine si basa sulle dichiarazioni dall'avvocato Pietro Amara secondo cui Russo, arrestato nel febbraio del 2019, avrebbe ottenuto da lui circa 80 mila euro (e altri 60mila promessi), per aggiustare sentenze di tre procedimenti davanti al Consiglio di Stato.