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Roma, al via test d'ingresso per Medicina alla Sapienza tra regole anti-Covid e proteste

Lazio

Per garantire lo svolgimento delle prove in sicurezza è stato aumentato "il numero delle aule, dei vigilanti, e distribuito il test su tre sedi: Roma, Rieti e Latina", spiega il rettore Eugenio Gaudio

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Al via all'Università La Sapienza di Roma il test di ammissione alla facoltà di Medicina, tra lunghe file, contestazioni e controlli anti covid (LE FOTO).

Ad accogliere gli studenti, quattro ‘supereroi’ in camice bianco che hanno distribuito kit di sicurezza anti Covid-19 agli aspiranti medici. Ad organizzare il flash-mob è Consulcesi, network legale dei professionisti sanitari, con l'obiettivo di vigilare sulla sicurezza ma anche "di monitorare sulle possibili irregolarità - spiega Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi - che quest'anno potrebbero essere maggiori, visti i disagi e le lunghe code che hanno accompagnato in molte facoltà l'ingresso al test di medicina". "Sappiamo, per ora, - prosegue Tortorella - di vari atenei che hanno aperto le buste prima delle ore 12, device trovati negli zaini degli esaminandi. E poi abbiamo anche persone positive al Covid o in quarantena escluse dal test, a cui non è proposta una data alternativa". 

Le proteste

Davanti alla Sapienza si è tenuta oggi una contestazione organizzata dal Fronte della Gioventù Comunista, al grido di ‘la pandemia lo ha dimostrato, anche il numero chiuso va abrogato’. “Il governo crede davvero che aggiungendo 5.000 posti solo per quest'anno, si risolverà il problema di un SSN al collasso? I lavoratori della sanità in questi mesi hanno sostenuto il peso di anni di tagli e le carenze di organico moltiplicando i turni e la fatica. Prima tutti li hanno chiamati eroi, ma oggi il sistema del numero chiuso resta in piedi. Non si tratta di cento o mille posti in più, ma di eliminare questa selezione di classe e salvare davvero il SSN”, ha detto Lorenzo Lang, segretario generale del FGC aggiungendo: "Proprio il numero chiuso per la facoltà di medicina è una di quelle misure che hanno distrutto la sanità pubblica, tagliando il numero di lavoratori in corsia per favorire la speculazione sulla salute della popolazione intera".

Altri flash mob sono stati organizzati dalle associazioni studentesche Unione degli Universitari e Rete degli Studenti Medi che oltre a sostenere la necessità dell’abolizione del numero programmato sottolineano l’impegno economico legato ai test: "Quest'anno inoltre il costo del test d'ingresso è aumentato a 100 euro, in alcuni casi anche triplicando il costo rispetto all'anno scorso - spiega Federico Allegretti, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi - È insopportabile che ancora una volta siano gli studenti a dover pagare. A maggior ragione nella situazione di crisi economica in cui si trovano tantissime famiglie italiane, a causa del Covid19. Questa doveva invece essere l'occasione per ripensare le modalità d'accesso al corso di laurea in medicina, superando lo strumento inefficace del test che non può rappresentare veramente uno studente e andare a limitarne il diritto allo studio e al futuro". 

Il rettore Eugenio Gaudio: "Numero chiuso non è vero problema"

"Negli ultimi due anni il numero dei posti è stato aumentato del 30%: passando da circa 10mila a oltre 13mila. Ci sono alcuni, ad esempio alcune Federazioni, che considerano questo numero eccessivo". Così il rettore dell'università La Sapienza di Roma, Eugenio Gaudio, parlando ai giornalisti prima dell'inizio del test di medicina. Il numero chiuso a Medicina "non è il vero problema, la questione sono i posti per le specializzazioni. Ora l'impegno è aumentare il numero degli specializzandi". In merito all'avvio delle lezioni il rettore ha spiegato: "La didattica a distanza dovremo garantirla per gli studenti stranieri e per i fuori sede. Garantiremo didattica in presenza fino a riempire la capienza delle aule poi chi non può entrare in aula potrà collegarsi e seguire e faremo dei turni, tramite prenotazione, per garantire a tutti la presenza nell'università, che è importante perché è una scuola di vita non solo un 'lezionificio' o un 'esamificio'". Oggi "è un po' una prova generale" per il ritorno delle lezioni in presenza. Il rettore ha spiegato che per garantire una prova in sicurezza è stato aumentato "il numero delle aule, dei vigilanti, e distribuito il test su tre sedi: Roma, Rieti e Latina". "E' una prima prova importante - ha aggiunto - che deve trovare l'impegno da parte tutti i partecipanti che sono studenti adulti e devono collaborare a mantenere un clima sicurezza e serietà che è fondamentale per un test importante come quello di medicina". 

In merito agli studenti che essendo in quarantena non possono partecipare oggi ai test di Medicina ha aggiunto: "E' un problema perché da un punto di vista sanitario la quarantena non permette di potersi spostare, ma è un problema che investe tutti i concorsi dello Stato. Il ministro dell'Università l'ha posto a livello di governo per trovare una soluzione condivisa. Una soluzione che non riguarderà quindi solo la prova di Medicina, ma tutti i concorsi nazionali pubblici. Aspettiamo le decisioni del Governo e le applicheremo rigorosamente".