L'ipotesi è al vaglio degli inquirenti che stanno analizzando alcuni video registrati dalle telecamere di sicurezza degli esercizi commerciali della zona Nord. Secondo gli investigatori i plichi sarebbero stati fabbricati tutti dalla stessa mano
Potrebbero essere stati acquistati in alcuni negozi gestiti da cinesi nella zona Nord di Roma i materiali utilizzati per fabbricare le quattro buste esplosive inviate nei giorni scorsi a tre donne e a un avvocato della città.
Le indagini sulle buste esplosive
Questa ipotesi è al vaglio degli inquirenti che stanno analizzando alcuni video registrati dalle telecamere di sicurezza degli esercizi commerciali della zona. Le indagini sono svolte da Ros e Digos, coordinati dalla Procura che indaga per attentato con finalità di terrorismo e lesioni personali. Si ipotizza anche che i pacchi bomba siano stati fabbricati tutti dalla stessa mano. Al momento, anche se non è giunta alcuna rivendicazione, gli investigatori seguono la pista della frangia antimilitarista della galassia anarchica.
Le quattro esplosioni
La prima busta è esplosa nel centro Smistamento Poste di via Cappannini, a Fiumicino, la seconda in via Piagge, nel quartiere Nuovo Salario e la terza in via Fusco, alla Balduina. Le esplosioni sono avvenute il 2 marzo, mentre il 5 marzo è stato ritrovato un quarto pacco esplosivo in zona Baldo degli Ubaldi, nel quartiere Boccea. Si tratta di quattro buste gialle, formato A4, contenenti una scatoletta di legno con innesco ed esplosivo e sarebbero state inviate tutte nello stesso giorno.