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Roma, a 40 anni dall’omicidio di Valerio Verbano chiesta archiviazione

Lazio

L’indagine "contro ignoti" era stata riaperta nel 2011 ma non ha portato ad individuare gli assassini. Per i pm comunque il movente è "esclusivamente politico" ed è "terroristica la matrice di chi lo ha portato a termine" 

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La Procura di Roma ha chiesto, a quanrant'anni dai fatti, l'archiviazione dell'indagine sull'omicidio di Valerio Verbano, giovane militante di sinistra assassinato in casa il 22 febbraio del 1980 nel quartiere Montesacro a Roma. L'indagne, rubricata "contro ignoti", era stata riaperta nel 2011 ma la nuova attività istruttoria non ha raccolto elementi sufficienti per procedere ad iscrizioni nel registro degli indagati. Per i pm comunque il movente è "esclusivamente politico" ed è "terroristica la matrice di chi lo ha portato a termine". Il difensore di parte civile, Flavio Rossi Albertini, che rappresenta gli eredi dopo la morte della madre di Valerio nel 2012, si è opposto alla richiesta. Il tribunale ha fissato la camera di consiglio davanti al gip per il prossimo 17 aprile

Stralciato un filone del procedimento

Il pm Erminio Amelio ha stralciato un filone del procedimento in cui è indagata, per favoreggiamento aggravato, la giornalista M. R. G. accusata di avere negato agli inquirenti di aver avuto un colloquio telefonico con un amico di uno dei possibili autori dell'omicidio. In questo modo, per chi indaga, ha "di fatto protetto dalle investigazioni almeno uno degli autori".

La ricostruzione della vicenda

Nella richiesta di archiviazione il pm ha messo in fila quanto accertato finora. L'omicidio è stato compiuto da tre persone che entrarono nell'abitazione della famiglia fingendosi amici del ragazzo, legarono i genitori e attesero il rientro a casa del ragazzo, ucciso da un colpo di pistola alla schiena. "Piccoli passi nella ricostruzione della vicenda sono stati fatti", scrive il pm aggiungendo che nel corso della nuova tranche di indagine sono emersi "forti sospetti su due o tre soggetti, indicati quali possibili autori". Elementi non sufficienti però a procedere con l'iscrizione nel registro degli indagati.

"Azione di violenza terroristica ben organizzata e premeditata"

Si tratta presumibilmente di persone che gravitavano intorno a gruppi di estrema destra come Terza Posizione e Nar. Per la Procura di Roma, comunque, i fatti di Montesacro rappresentano "una vera e propria azione punitiva posta in essere da soggetti sicuramente appartenenti a frange del terrorismo di destra, in particolare di formazioni e/o soggetti gravitanti nei quartieri di Talenti". Per i pm di piazzale Clodio si è trattato di una "azione di violenza terroristica ben organizzata e premeditata per rispondere a precedenti attentati subiti da appartenenti a gruppi della destra, alla quale ha poi fatto seguito l'omicidio di Angelo Mancia". Dietro il blitz, conclusosi tragicamente, ci sarebbe stato il tentativo di "acquisire dalla vittima materiale documentale e fotografico, assieme ai nomi di coloro che avevano aiutato Verbano a conoscere i nomi dei soggetti che gravitavano nell'area della destra nel quartiere". Gli inquirenti ammettono, inoltre, che a non giovare alle indagini è stata anche la distruzione dei reperti recuperati all'epoca dei fatti e le analisi effettuati su quelli rimasti in sequestro, tra cui un paio di occhiali e una pistola, hanno prodotto solo "un profilo genetico parziale".