In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Appalti pilotati e corruzione, 10 arresti a Roma

Lazio
Foto di Archivio (ANSA)

L'indagine riguarda l'aggiudicazione degli appalti per la gestione e ristrutturazione degli immobili dove hanno sede il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economia e delle Finanze e l'Agenzia delle Entrate, Ufficio Provinciale di Roma e Territorio

Condividi:

Promesse di assunzioni, lavori di ristrutturazione in appartamenti fino ad arrivare a 'regali' come telefonini di ultima generazione o gadget tecnologici. Il tutto in cambio di appalti e di aiuti per mettere le mani su ricche commissioni. A Roma due imprenditori sono finiti in carcere e otto persone, tra cui funzionari pubblici, ai domiciliari con le accuse di corruzione per l'esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, turbata libertà degli incanti e truffa ai danni dello Stato. Coinvolti imprenditori operanti nel settore dell'edilizia, manager privati e funzionari pubblici dell'Agenzia delle dogane e monopoli. I due costruttori coinvolti sono stati inoltre raggiunti da un provvedimento di sequestro preventivo di quasi 10 milioni di euro. La misura cautelare degli arresti domiciliari riguarda anche manager di Banca Mediolanum, in questo momento all'estero. 

L'attività investigativa

L'indagine, svolta dagli uomini della Squadra mobile della Polizia e con l'ufficio Antifrode dell'Agenzia delle Entrate coordinati dal pm Alberto Pioletti, ha al centro i rapporti tra gli imprenditori e funzionari per l'aggiudicazione degli appalti relativi alla gestione e alla ristrutturazione degli immobili affittati ad enti pubblici. Si tratta in particolare di un edificio in via dei Normanni, in parte adibito a sede del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economia e delle Finanze, e in via Costi, adibito a sede dell'Agenzia delle Entrate, Ufficio Provinciale di Roma e Territorio. Gli accertamenti, svolti anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno riguardato anche Massimo Pietrangeli, all'epoca dei fatti direttore Centrale accertamento e riscossione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli e presidente del Fondo di previdenza del Mef, attuale direttore della direzione centrale tabacchi. Nel sistema corruttivo è coinvolta anche Cristiana Pattumelli, compagna di Pietrangeli, e già membro del cda del fondo di previdenza del Mef, la quale puntava, in cambio di favori, a ottenere un posto di lavoro più prestigioso nella pubblica amministrazione.

Le condotte illecite

In base a quanto accertato, le gare di appalto venivano affidate sempre alla stessa società: la Vapa Appalti Srl, riconducibile ai due costruttori finiti in carcere, che, risulta aver conseguito le commesse in virtù di proposte inizialmente molto vantaggiose. Gli immobili appartengono a fondi immobiliari le cui quote appartengono interamente al Fondo di Previdenza del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Gli imprenditori, secondo l'accusa, prima compravano immobili da destinare a sede di pubbliche amministrazioni e in un secondo momento si occupavano della ristrutturazione, facendone lievitare il valore e, di conseguenza, il canone di locazione.

Gli accordi

Ai domiciliari, in uno dei filoni dell'indagine, anche due ex dirigenti dei Monopoli, ora in pensione, che avrebbero rivelato, in cambio di assunzioni di soggetti da loro segnalati, notizie e documenti a un ex manager di una società multinazionale. Accordi che venivano "facilitati" dalla intermediazione di Pietrangeli. Quest'ultimo, pur di soddisfare le pressanti richieste di un nuovo posto di lavoro per la moglie, "non ha avuto alcuna remora ad asservire la propria funzione pubblica alle richieste corruttive del manager" della società.