Le accuse sono, a vario titolo, di corruzione, turbativa d'asta e falso nell'aggiudicazione di appalti pubblici
Blitz della guardia di finanza a Roma: oltre cento militari hanno eseguito ordinanze di misura cautelare nei confronti di 20 fra dipendenti pubblici e imprenditori (quattro in carcere, 10 ai domiciliari e sei all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria). Le accuse sono, a vario titolo, di corruzione, turbativa d'asta e falso nell'aggiudicazione di appalti pubblici.
L'indagine ha riguardato in totale otto funzionari pubblici in servizio presso il Provveditorato Interregionale delle opere pubbliche del ministero delle Infrastrutture, il Provveditorato dell'Amministrazione penitenziaria, l'Ater, l'Istituto centrale di formazione per il personale della giustizia minorile e l'Ufficio per i servizi tecnico-gestionali del ministero dell'Interno e 12 imprenditori.
Gli accertamenti
Dagli accertamenti è emerso come i lavori, formalmente assegnati a diverse società, venissero eseguiti da uno stesso imprenditore. In cambio dell'aiuto per ottenere le gare d'appalto, i titolari delle imprese erano pronti a corrompere i funzionari pubblici compiacenti anche con la consegna di tartufi, smartphone o l'assunzione di un parente in un centro commerciale. Gli imprenditori garantivano ai funzionari anche appoggi per nomine al ministero o, "semplicemente", l'acquisto di una casa a condizioni vantaggiose. Tra le utilità anche lavori edili, idraulici ed elettrici presso un maneggio gestito dal geometra del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche finito in carcere.
La figura chiave
La figura chiave dell'indagine è un imprenditore, F.D.A., che, per eludere i controlli e nascondere i precedenti penali, è arrivato a falsificare le proprie generalità, indicando una data di nascita diversa, pur di ottenere appalti presso il Tribunale di Roma. Quelli finiti sotto la lente degli inquirenti risalgono al 2013-2016: interventi avvenuti sempre con procedura d'urgenza e non con quella competitiva. Di fatto, in base a quanto emerge dall'ordinanza firmata dal gip, Anna Maria Gavoni, i lavori erano affidati sempre a F.D.A., finito ai domiciliari già nel dicembre del 2015 nell'ambito di un'altra indagine da cui è scaturito il nuovo filone coordinato dal sostituto, Erminio Amelio.
La falsificazione della data di nascita
All'anagrafe F.D.A. risulta nato il 12 giugno del 1955, ma, per mettere la mani su altri appalti, falsificava al 12 giugno del 1951 la propria data di nascita. Tra gli appalti, i lavori per 103mila euro per il rifacimento in tribunale penale del camminamento che collega le celle dei detenuti alle aule di udienza, quelli da 400mila euro relativi alla sistemazione degli impianti di climatizzazione e antincendio presso gli uffici della corte d'appello in via Giulio Cesare. Altro appalto vinto quello da 115mila euro per i servizi igienici e da 158 mila euro per l'adeguamento dei lavori delle ex celle ad archivio presso la corte d'appello in via Romei.
Dirigente del provveditorato pedinato da convento in ufficio
Essendo residente a Roma aveva preso alloggio in un convento di Napoli (dove era stato trasferito), L. A. F., 61 anni, originario di Piedimonte Matese (Benevento), una delle persone per le quali il gip di Roma, Anna Maria Gavoni, ha disposto il carcere nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti nel Tribunale di Roma ottenuti, secondo gli inquirenti, in cambio di mazzette. I finanzieri, stamattina, hanno atteso che il dirigente del provveditorato alle opere pubbliche uscisse per recarsi in ufficio: lo hanno seguito e, una volta arrivato a destinazione, gli hanno notificato il provvedimento cautelare. Per la Procura, quando era in servizio nella capitale, avrebbe chiesto "una mano" a un imprenditore coinvolto nelle indagini, F. D. A., che vantava importanti conoscenze in diversi ambienti. Secondo quanto si è appreso dalle attività tecniche, non era soddisfatto dell'incarico che ricopriva e all'imprenditore si sarebbe rivolto, tra l'altro, per chiedere un trasferimento in alcune sedi a lui gradite, tra le quali c'era anche Napoli. Secondo gli inquirenti il dirigente sarebbe stato accontentato in cambio di appalti. A San Giorgio a Cremano, infine, i finanzieri hanno notificato un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria all' architetto F. R., 48 anni, che lavora per conto di una società coinvolta nell'indagine.