Le misure cautelari sono a carico di un'associazione, egemone nel quartiere capitolino di Montespaccato, capeggiata dai fratelli Franco e Roberto Gambacurta
A Roma e nella provincia di Viterbo i carabinieri hanno dato esecuzione a un'ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di sette persone, a carico di un'associazione, egemone nel quartiere capitolino di Montespaccato, capeggiata dai fratelli Franco e Roberto Gambacurta, finalizzata alla detenzione e alla cessione al dettaglio di sostanze stupefacenti, in prevalenza cocaina.
Il sequestro di beni
Allo stesso tempo, i militari hanno eseguito un sequestro preventivo di beni riguardante due esercizi commerciali del valore stimato di circa 400mila euro, utilizzati come basi logistiche dall'organizzazione criminale dei Gambacurta e luoghi in cui nascondere lo stupefacente e prendere contatti con i clienti da inviare agli spacciatori del gruppo. L'operazione è tuttora in corso a conclusione dell'indagine "Malavita 2018", che costituisce l'ultimo filone dell'indagine "Hampa 2012", che nel giugno 2018 ha portato all'esecuzione di 58 ordinanze di custodia cautelare per associazione per delinquere finalizzata a una serie di delitti aggravati dalle modalità mafiose.
Gip: "Spaccio come 'modus vivendi'"
Siamo in presenza di "soggetti che hanno come unica prospettiva di vita quella di spacciare a Montespaccato non solo perché a loro volta tossicodipendenti ma anche perché privi di qualsiasi professionalità, competenza e istruzione". Così il gip di Roma, Paola Di Nicola, nell'ordinanza di custodia cautelare.
Per il giudice il gruppo criminale ha come unico "modus vivendi" quello di "organizzare e gestire quotidianamente lo spaccio di droga, a tutte le ore del giorno e della notte e in ogni periodo dell'anno per soddisfare centinaia di acquirenti". Una "strada drammaticamente obbligata anche perché nessuno di loro ha alcuna consapevolezza che esistano altri stili di vita, altri modelli comportamentali, altri valori, tanto da tentare di uscire da quei cortili di Montespaccato. Fuori da essi, gli indagati non troverebbero alcuna ragione d'essere. Non sarebbero 'nessuno'", aggiunge il gip. Per gli inquirenti il clan è attivo e pienamente operativo "almeno dal 2012" ed è riuscito a ramificarsi "nel tessuto sociale del quartiere anche grazie al coinvolgimento in pianta stabile di numerosi altri soggetti oltre quelli per i quali è stata disposta la misura cautelare".
Zingaretti ringrazia i carabinieri
Sulla vicenda è intervenuto anche il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: "Ringrazio il nucleo investigativo del Comando provinciale dell'Arma dei Carabinieri di Roma per il duro colpo inflitto al Clan Gambacurta, una delle famiglie più influenti nel panorama malavitoso di Roma e del Lazio", le sue parole.
E ancora: "Gli arresti di questa mattina a Montespaccato sono il segnale che in un territorio dove controllo e prevenzione viaggiano parallelamente, le mafie non hanno futuro. Come Regione Lazio, a Montespaccato, da più di un anno insieme all'Ipab Asilo Savoia, stiamo gestendo un campo di calcio che era stato sequestrato proprio al Clan Gambacurta. L'affermazione della cultura della legalità non deve essere fatta solo di parole, ma di iniziative concrete come questa", ha poi aggiunto.
Il commeto di Salvini
"Grazie ai carabinieri e agli inquirenti per gli arresti di membri del clan Gambacurta. Ogni operazione contro i boss ripulisce il nostro Paese dalla feccia. Non ci fermeremo". Lo dice il ministro degli Interni, Matteo Salvini.