Giovanni De Pierro, 69 anni, è attivo in diversi settori. Il sequestro, per la quasi totalità dei suoi averi, è stato confermato dalla Corte d'Appello a seguito della sentenza della Cassazione
I militari della guardia di finanza di Roma hanno eseguito un decreto di confisca del Tribunale capitolino - confermato, per la quasi totalità dei beni, dalla Corte d'appello, e divenuto definitivo a seguito della pronuncia della Cassazione - di numerosi compendi societari, immobili, autoveicoli, un natante e rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 390 milioni di euro. Destinatario del provvedimento è l'imprenditore Giovanni De Pierro, 69 anni, attivo nei settori della compravendita di immobili, del commercio di autoveicoli, delle pulizie industriali, della gestione di servizi alle imprese e dei cantieri della nautica da diporto.
Gli appalti pubblici
Le investigazioni hanno portato alla scoperta di un gruppo a struttura piramidale, con a capo De Pierro, il quale, tramite le sue innumerevoli aziende, formalmente amministrate da prestanome, era riuscito ad assicurarsi un elevato numero di appalti pubblici, specie nel settore dei servizi di pulizia e facchinaggio, e, contemporaneamente, a sottrarsi al pagamento di ingenti debiti nei confronti dell'Erario, dell'Inps, dell'Inail e di enti locali. L'accertata sproporzione tra le ricchezze accumulate e i redditi dichiarati, assieme alla pericolosità sociale del protagonista della vicenda, hanno consentito di pervenire, dapprima, al sequestro dei beni, eseguito nel 2014, e poi alla confisca di primo grado alla fine del 2016.
I beni confiscati
Tra i beni confiscati spicca un'imbarcazione di 15 metri del valore di circa 200.000 euro, svariati locali commerciali, di cui molti localizzati nel quartiere Eur, e denaro contante per 1,3 milioni di euro, rinvenuto in una cassaforte dell'abitazione di De Pierro a luglio 2008, quando fu arrestato. Sono stati ora definitivamente incamerati dallo Stato: il patrimonio aziendale di 83 società, aventi sede a Roma, Napoli, Milano, Regno Unito, Lussemburgo, Costa Rica, Isole Vergini Britanniche e Repubblica di Panama; le quote di 6 società, con sedi nelle province di Roma, Latina e Livorno; 64 immobili e 48 terreni, nelle province di Roma, Milano, Isernia, Frosinone, Sassari, Oristano, Livorno, Siena e Latina; 37 autoveicoli; 1 natante modello Cayman 52WA; oltre 18 milioni di euro tra rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni. Uno degli immobili confiscati, nel quartiere Tiburtino, è stato convertito recentemente nella sede di un Reparto del Corpo.