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Cassazione, sì ad adozione di bimbo disabile per sessantenne single

Lazio

La donna, infermiera pediatrica, già da diverso tempo si prendeva cura del minorenne, allontanato dai genitori poco dopo la nascita

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E’ "necessario salvaguardare la continuità affettiva ed educativa della relazione tra adottante ed adottando (e non certo tra quest'ultimo e i genitori naturali)". Con queste parole la Suprema corte ha respinto il ricorso presentato dai genitori di un bambino affetto da grave disabilità, che chiedevano gli venisse revocata la dichiarazione di decadenza della responsabilità genitoriale. Il bambino, allontanato dai genitori poco dopo la nascita e affetto da tetraparesi spastica, era stato adottato da una donna di 62 anni, infermiera pediatrica che già da diverso tempo se ne prendeva cura con l’aiuto della figlia. I periti nominati dal tribunale di Napoli avevano constato lo stato di abbandono per l'inadeguatezza dei genitori.

Il ricorso

I genitori naturali contestavano ai giudici del Tribunale e della Corte d'appello di Napoli di non aver valutato correttamente l’età avanzata della donna e il fatto che questa fosse single. Secondo la coppia, non poteva essere determinante il fatto che la donna avesse l'aiuto della figlia, in quanto il piccolo avrebbe avuto bisogno di entrambe le figure genitoriali.

Le motivazioni della Cassazione

La prima sezione civile della Cassazione (ordinanza n.17100), confermando le decisioni di Tribunale e Corte d'appello di Napoli, ha ricordato che l'adozione in casi particolari è consentita alle persone singole e alle coppie di fatto. E ha sottolineato che è "necessario salvaguardare la continuità affettiva ed educativa della relazione tra adottante ed adottando (e non certo tra quest'ultimo e i genitori naturali), come elemento caratterizzante del concreto interesse del minore a vedere riconosciuti i legami sviluppatisi con i soggetti che se ne prendono cura".