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Roma, mazzette elimina-code: arrestati 4 impiegati del Comune

Lazio
Il Campidoglio, sede del Comune di Roma. Foto di archivio (ANSA)

Secondo quanto emerso dalle indagini, più un cittadino pagava, più la sua pratica procedeva velocemente e i clienti abituali avevano diritto anche ad uno sconto sulle tariffe 

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Più un professionista era disposto a pagare, più le sue pratiche procedevano velocemente e per i 'clienti' più affezionati erano previsti anche degli sconti sulle tariffe. A scoprire il sistema di mazzette e corruzione nell'ente pubblico sono stati i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Roma che hanno arrestato 4 dipendenti del Comune di Roma, di cui tre di Roma Capitale e uno della società 'in house' Risorse per Roma spa, impiegati presso la Direzione edilizia. Nei loro confronti il Gip del Tribunale di Roma ha disposto gli arresti domiciliari, mentre nei confronti di 9 persone tra architetti, ingegneri e geometri il giudice ha disposto l'interdizione dall'esercizio della professione per un anno. Le indagini sono partite in seguito alla denuncia di un dirigente del dipartimento di Urbanistica dello stesso Comune di Roma.

Gli arresti domiciliari

Le misure cautelari, per il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, sono scattati nei confronti di Rocco Di Gironimo, Antonio Di Pietro, Fabio Piccioni e Guido Federico. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i quattro avrebbero messo in piedi un "collaudato sistema corruttivo" grazie al quale, dietro il pagamento di somme di denaro variabili a seconda della tipologia della richiesta, i professionisti riuscivano ad ottenere in pochi giorni il rilascio di copia di documenti edilizi. Chi, invece, seguiva la procedura ordinaria impiegava diversi mesi per ottenere le stesse pratiche.

Il sistema di tariffe e sconti

Dopo la denuncia di un dirigente del Comune, i finanzieri hanno scoperto quello che il Gip nell'ordinanza definisce "un inquietante mercimonio delle pubbliche funzioni": geometri, architetti e ingegneri, con una semplice telefonata, 'ordinavano' le pratiche di cui avevano bisogno ai funzionari pubblici, che provvedevano a recuperarle. Era previsto un vero e proprio tariffario, dicono ancora i finanzieri, che prevedeva una serie di sconti per i clienti abituali. Il sistema era così rodato che neanche il trasferimento ad un altro incarico di uno dei dipendenti arrestati è stato sufficiente a impedire che lo scambio 'mazzette-pratiche veloci' andasse avanti. Oltre alla riduzione dei tempi di evasione delle pratiche, il sistema consentiva di risparmiare il versamento dei diritti, seppur di importo ridotto, previsti per la consegna o consultazione dei documenti. "Si tratta di un vero e proprio mercato parallelo - scrive ancora il Gip nell'ordinanza - un secondo lavoro che i dipendenti esercitano all'interno dell'ufficio, con i mezzi dell'ufficio, ed in contrasto con le regole interne ad esclusivo beneficio dei professionisti che li hanno assoldati".

Le dichiarazioni dell'assessore all'Urbanistica

"Ringrazio Procura e Guardia di Finanza per operazione di questa mattina. Indagine partita nel 2015 da fondamentale denuncia di un dirigente del dipartimento Urbanistica. Da parte nostra prosegue lavoro per legalità e trasparenza". Così su Twitter l'assessore all'Urbanistica di Roma Luca Montuori ha commentato l'operazione dei finanzieri.