Primarie del Partito Democratico: come funzionano

Politica

Marco Di Fonzo

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3 marzo 2019. È il giorno delle primarie per scegliere il nuovo segretario del PD. Ma i giochi cominciano prima e possono chiudersi dopo. Vediamo tempi, regole e nomi in ballo nel congresso dem

In un quadro politico molto cambiato, con le stesse regole fondamentali: le primarie per eleggere il nuovo segretario del Partito democratico sono fissate per il 3 marzo 2019, a un anno dalla sconfitta elettorale delle Politiche del 2018. Ma la macchina del congresso è in moto già da molti mesi, seguendo le istruzioni del regolamento varato a novembre 2018

Per la quinta volta dalla nascita del PD, nel 2007, il segretario sarà scelto dando l’ultima parola agli elettori. Attraverso, però, una pre-selezione dei nomi in corsa fatta dai soli iscritti al partito. Insomma attraverso un doppio binario che negli anni ha incoronato Veltroni, Bersani e Renzi

I candidati sono sei, dopo il ritiro di Marco Minniti. Eccoli nell’ordine ufficiale estratto a sorte:

1.            Roberto Giachetti

2.            Maurizio Martina

3.            Francesco Boccia

4.            Nicola Zingaretti

5.            Dario Corallo

6.            Maria Saladino

Ricomincio da tre

Non tutti i sei candidati partecipano alle primarie. Sulla scheda ci sono solo i tre nomi più votati dagli iscritti nei congressi di circolo, purché abbiano ottenuto almeno il 5% dei voti. Al massimo tre, dunque, anche se in teoria potrebbero essere di più. Hanno infatti diritto alla corsa nei gazebo – il 3 marzo – tutti quelli che hanno incassato almeno il 15% delle preferenze in almeno cinque regioni o province autonome.

Metti in circolo il tuo voto

Come abbiamo visto, i congressi di circolo, in agenda tra il 7 e il 23 gennaio, sono un passaggio importante. E’ prevista la partecipazione di elettori e simpatizzanti, ma solo chi ha una tessera in tasca può votare in questa fase. Per avere un’idea dei numeri, nel 2017 gli iscritti erano circa 450mila e al congresso votarono poco più di 250mila.

Nei circoli si eleggono anche i delegati per le convenzioni provinciali, fissate per il 29 o il 30 gennaio. Mille delegati delle convenzioni provinciali, poi, andranno a comporre la convenzione nazionale, chiamata a ufficializzare i risultati del voto nei circoli. Si tratta dell’ultimo passaggio in vista delle primarie.

Il giorno dei gazebo

Domenica 3 marzo, dalle 8 alle 20, iscritti e simpatizzanti possono votare per eleggere il nuovo segretario del PD e per l’Assemblea nazionale, altro organismo di una certa rilevanza interna, come vedremo.  Hanno diritto al voto tutti gli elettori che dichiarano di riconoscersi nella proposta politica del Partito Democratico, di sostenerlo alle elezioni, e accettano di essere registrate nell’Albo pubblico delle elettrici e degli elettori. Chi non è iscritto al partito dovrà anche versare un contributo di 2 euro.

50 special

Dopo le primarie, nel giro di due settimane, viene convocata l’Assemblea nazionale. Il cui ruolo può essere decisivo o di pura ratifica. Tutto dipende da un numero: 50%. Se uno dei candidati lo supera, incassando la maggioranza assoluta nei gazebo (formalmente la maggioranza assoluta dei membri dell’Assemblea –  ma la sostanza non cambia, visto che le liste sono agganciate ai candidati alla segreteria), l’Assemblea non deve far altro che prenderne atto e incoronarlo per 4 anni alla guida del PD.

Se nessuno degli sfidanti va così forte, invece, diventa centrale il ruolo dell’Assemblea, che decide con un ballottaggio a scrutinio segreto tra i due candidati con più delegati al seguito. E’ chiaro che in questo caso sono decisivi i giochi tra le correnti interne, la capacità di tessere alleanze, soprattutto con i delegati del terzo arrivato alle primarie. 

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