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Qual è il ruolo del Parlamento nella formazione del governo?

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Alla Camera siedono 400 deputati, al Senato 200 senatori, esclusi quelli a vita. Ecco come e quanto incidono nella composizione di un nuovo esecutivo e sul suo lavoro, dalla fiducia alle interrogazioni

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Non sempre e, spesso con scarsi risultati, ci si chiede quanto Camera e Senato incidano sul Governo, sulla sua formazione e sulla sua attività. A oggi, dopo la riduzione del numero dei parlamentari, a Montecitorio ci sono 400 deputati mentre a Palazzo Madama siedono 200 senatori esclusi quelli a vita.

Chi conferisce l’incarico per formare l’Esecutivo? Cosa succede dopo?

I tempi e le scadenze di legge prevedono che entro 20 giorni dal voto venga convocata la prima riunione delle Camere. Da quel momento si procede all'elezione dei due Presidenti. Quindi è la volta della formazione dei gruppi parlamentari. Una volta eletti i presidenti di Camera e Senato, si procede con le consultazioni, nel corso delle quali il Capo dello Stato incontra le varie delegazioni. La prassi recente vuole che assieme ai capigruppo di Camera e Senato nella delegazione sia presente anche il leader del partito.

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A cosa servono le Consultazioni?

Le consultazioni vengono fatte perché poi saranno i gruppi presenti in Parlamento a votare o meno la fiducia al Governo. L’incarico di formarlo è assegnato dal Presidente della Repubblica dopo un lavoro di ascolto, mediazione e di conteggio dei numeri: le consultazioni, appunto. Non è detto che sia sufficiente un giro di incontri, soprattutto nel caso in cui le elezioni non abbiano indicato una chiara maggioranza di governo. L’obiettivo del Quirinale - laddove possibile - resta sempre quello di dare un Governo stabile al Paese.

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Quando inizia l’attività del Parlamento e che strumenti possiede?

Una volta insediato e dopo aver votato la fiducia, il Parlamento inizia la sua attività di indirizzo. Ci sarà una maggioranza che sostiene l’esecutivo e un'opposizione (o più di una). Tra gli strumenti in suo possesso ci sono ordini del giorno e mozioni, con le quali dà le sue indicazioni. Inoltre, il Parlamento può disporre poi di interpellanze e interrogazioni con le quali chiede spiegazioni, sempre al governo, e informazioni sulla sua attività. Le interrogazioni consistono in una domanda scritta dove si chiede al governo se un determinato fatto sia vero, se ne è a conoscenza e se saranno presi provvedimenti: la risposta può essere data dal ministro (relativo a quell'argomento), dal presidente del consiglio o da un sottosegretario per scritto o oralmente durante l'assemblea. L'interrogante può replicare per dichiarare se è soddisfatto o meno della risposta. Infine, nelle interpellanze il fatto è dato per noto, si chiedono i motivi della condotta del governo e gli intendimenti futuri, il tutto avviene per iscritto. Se l'interpellante non è soddisfatto della risposta, può presentare una mozione e promuovere una discussione.

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