Mattarella, il Vaticano e quel rapporto privilegiato

La visita ufficiale Oltretevere di Sergio Mattarella, la prima, come da prassi, di un Capo di Stato, segna di fatto l’avvio delle nuove relazioni con il Pontificato di Leone XIV. Numerosi erano stati, negli anni, gli incontri del Presidente della Repubblica con Papa Francesco, ma quello con Papa Prevost, il primo, appunto, dopo il pur breve scambio di battute durante il ricevimento delle delegazioni per la Messa di insediamento, rappresenta di certo un passo significativo all’insegna della continuità, non solo nelle relazioni diplomatiche ma anche sul piano valoriale dei temi internazionali, etici, spirituali e sociali. La visita ufficiale e i temi sul tavolo Lo scorso 18 maggio avevano colpito quella mano portata al cuore e le immagini del breve colloquio con il Pontefice appena insediato. Il Capo dello Stato guidava la delegazione italiana presente alla Messa in piazza San Pietro. Qualche parola scambiata, una gestualità amichevole, quasi confidenziale, segno di una piena sintonia. Questa volta il colloquio sarà più approfondito. Più di mezz’ora l’uno di fronte all’altro, la probabile durata del faccia a faccia nell’ambito di una visita che complessivamente dovrebbe durare circa un paio di ore, ma non è escluso che si dilunghi. La difficile situazione internazionale La pace e il delicato contesto geopolitico saranno i temi principali all’ordine del giorno. La guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente e le sofferenze del popolo palestinese -menzionate con determinazione da Mattarella nel suo ultimo duro appello al governo di Israele- ma anche quell’antisemitismo che riaffiora terribilmente nel mondo. Non mancherà però un pensiero e una visione sulle difficoltà vissute dai più fragili: l’inclusione, l’integrazione, le fasce deboli della società, famiglie e bisognosi, anziani, disabili e migranti, nella nuova società. E così tutto quel che ruota intorno ai rapporti bilaterali tra Italia e Santa Sede. La pace è stata la prima parola di Prevost: il primo pensiero, tema su cui insiste il Presidente della Repubblica richiamando costantemente la Costituzione italiana: pace e libertà scelte il 2 giugno del ’46 con quel voto che portò poi alla nascita della Repubblica e della nostra Carta fondamentale. Molto probabile che Mattarella nell’occasione inviti Leone XIV al Quirinale. Il Presidente e i valori della Chiesa Papa citato dal Capo dello Stato il giorno stesso della sua elezione, l’8 maggio scorso: "In questo momento storico, in cui tanta parte del mondo è sconvolta da conflitti inumani dove sono soprattutto gli innocenti a soffrire le conseguenze più dure di tanta barbarie, desidero assicurarle - scriveva Mattarella nel suo messaggio - l'impegno della Repubblica Italiana a perseguire sempre più solidi rapporti con la Santa Sede per continuare a promuovere una visione del mondo e della convivenza tra i popoli fondata sulla pace, sulla garanzia dei diritti inviolabili e della dignità e la libertà per tutte le persone… Che la sua missione porti dialogo, giustizia e pace”. Il cattolico Mattarella Valori quindi, cristiani e cattolici come l’estrazione stessa dell’uomo Mattarella. Uomo e politico, il cui percorso non a caso ha origine all'interno del filone di impegno cattolico-sociale e riformatore, confluito nella Democrazia Cristiana già nell’ormai lontano 1983. Cattolico e praticante. Come non ricordare quella passeggiata nel giorno della sua elezione nel 2015 e, con accanto amici e consiglieri di sempre, salutare un gruppo di suore per poi dirigersi verso Messa. Il Presidente, prevost e l'america “Costruire ponti con il dialogo per una pace disarmata e disarmante”. “Non padroni, ma custodi”. “La trasparenza della vita per la credibilità della Chiesa”. “L'autoreferenzialità spegne il fuoco della missione". “Non cercare altro potere”. Sono solo alcune delle frasi di Prevost, tra le prime nel suo mese inaugurale di pontificato. Frasi, alcune delle quali pronunciate nell’ordinare undici nuovi sacerdoti della diocesi di Roma. La credibilità e la missione… concetti che sembrano richiamare non poco quelli spesso evocati dal Capo dello Stato, come da ultimo nell’incontro con i nuovi magistrati tirocinanti lo scorso 28 maggio: “Il rigore delle toghe contro gli attacchi strumentali… nessun potere è immune da controlli” … e ancora: “Siate irreprensibili… i magistrati hanno il dovere di essere e apparire irreprensibili e imparziali”. Il tema e la considerazione quindi della responsabilità, della gestione stessa del ruolo apicale: concetti così visti da un Presidente che viene da un partito di potere quale fu la Dc degli anni 80 ma intriso di cultura cattolica e sociale. Concetti espressi da un Pontefice che viene dalla nazione più potente al mondo, gli Stati Uniti d’America, oggi guidati da Donald Trump, ma che ha vissuto il suo magistero da missionario per molti anni in Sud America, in Cile... proprio tra i poveri. Un parallelismo di idee e di pensiero quindi. Gli incontri in Vaticano e con papa Francesco I precedenti di Sergio Mattarella in Vaticano sono molti. E a voler ricordare almeno quelli ufficiali non si può che partire dalla visita di Stato di fatto all’indomani, quasi, della sua elezione al Colle. Era il 18 aprile del 2015. Visita poi ricambiata da Papa Francesco qualche anno dopo, il 10 giugno 2017 al Quirinale… con gli onori tributati a Sua Santità Bergoglio. Ma non solo i due appuntamenti istituzionali hanno testimoniato l’incontro tra il Papa e il Presidente. Mattarella ha varcato la soglia della Santa Sede ancora nel dicembre del 2021 infatti: sempre in Vaticano il Capo dello Stato ormai giunto al termine del mandato si recò da Bergoglio per quella che di fatto era una visita di commiato… con tanto di ringraziamento del Pontefice per la testimonianza rappresentata da Mattarella. Poi, dopo l’inattesa, rielezione agli inizi del 2022, Mattarella tornò Oltretevere: l’occasione -era il 29 maggio 2023- fu il prestigioso premio Paolo VI conferito da Francesco al Presidente quale "testimone coerente e garbato di servizio e responsabilità”. Premio poi devoluto da Mattarella agli alluvionati dell’Emilia-Romagna. Senso di responsabilità e spirito di servizio.

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