Elezioni in Liguria, perché la sfida tra Bucci e Orlando è nazionale

Gli ultimi giorni vedono un pò tutti battere freneticamente il territorio, gli aspiranti governatori ma anche i loro supporter a livello nazionale. E siccome la partita fra Marco Bucci, sindaco di Genova e candidato per il centrodestra e Andrea Orlando, esponente Pd e candidato del centrosinistra, di fatto è diventata fin dall'inizio una sfida cruciale a livello nazionale, ecco tutto il gotha dei partiti compresa la premier Meloni arrivare in Liguria a ridosso del voto. Un voto che se fosse stato per il governatore uscente Giovanni Toti, centrodestra, certo non ci sarebbe stato visto che l'ex presidente di Regione ha più volte rivendicato il suo operato, che invece ha condotto i giudici a metterlo sotto inchiesta per corruzione. Ed è questo uno dei problemi per i partiti di maggioranza, compatti ora nel sostegno a Bucci: da una parte l'assai tiepida solidarietà all'ex presidente di Regione quando era nel mezzo della bufera - cosa che Toti non manca di rimarcare adesso a denti stretti, sottolineando la mancata "schiena dritta" davanti a un attacco che definisce politico-giudiziario - dall'altra l'imbarazzo proprio per l'inchiesta, che ha coinvolto la giunta di centrodestra. Una vicenda che ovviamente il centrosinistra cavalca fin dal primo istante, parlando di malaffare e incapacità e disonestà varie da parte di un governo di Regione che va assolutamente cambiato. E quindi strada in discesa per i partiti di opposizione? Neanche a parlarne. Con Toti ancora renitente alle dimissioni a inizio inchiesta, già parte il tira e molla sfiancante sul nome. Si sa che comunque alla fine ce n'è uno di peso su cui si può trovare convergenza, è lo spezzino Andrea Orlando, Pd doc. Quando il passo indietro di Toti arriva e si apre la corsa alle elezioni, alla fine lui scende in campo. Settimane per mettersi d'accordo sul sostegno fra i vari partiti di opposizione, trattative, veti incrociati e poi lo strappo definitivo: Italia Viva, che Orlando l'appoggiava tanto da essere uscita preventivamente dalla giunta, di cui faceva parte, sbatte la porta e lascia la coalizione perché - accusa Renzi - "c'è il veto del M5S, e allora noi non partecipiamo alle elezioni". Così la Liguria, che poteva essere nei pensieri di Schlein la nuova prova di un "campo largo" vincente dopo la Sardegna, evidenzia invece una crepa politicamente significativa. A casa del centrodestra, come detto investito dal Caso Toti e che credeva di giocare in difesa ma pur sempre forte di anni di governo della Regione evidentemente apprezzati dai cittadini visto il plebiscito all'ultima consultazione che portò al Toti bis, si respira una diversa compattezza formale ma anche una malcelata preoccupazione. Infatti ci si mette parecchio a trovare il nome e, soprattutto, alla fine è Giorgia Meloni che decide chiamando al telefono il primo cittadino di Genova Marco Bucci e mettendoci, raccontano, 40 minuti a convincerlo viste anche le sue condizioni di salute: Bucci è in cura per un tumore e non ne fa mistero, e anche questo diventa oggetto del contendere in una campagna elettorale che definire nervosa è un eufemismo. Gli scambi di accuse, battute incrociate e vere e proprie staffilate fra due personaggi solitamente dotati di aplomb come i candidati Orlando e Bucci cominciano a costellare le cronache politiche e si passa da sorrisi e strette di mano a frasi quali "bisognerebbe aver avuto figli per capire il tema della natalità" oppure "dove vuoi mettere il monumento a Toti?" È la partita a livello nazionale, a rendere più elettrico il clima di attesa di un voto regionale - peraltro non l'unico visto che ci saranno poi anche Umbria ed Emilia Romagna a metà novembre - che però rappresenta qualcosa di particolare proprio perché si svolge in un "terreno" che proprio per via del caso Toti coinvolge temi di bandiera per entrambi gli schieramenti: le grandi opere, la giustizia, la difficoltà degli amministratori ad avere a che fare con la "paura della firma" sempre rilanciata dal centrodestra, la "questione morale" di contro sempre rilanciata invece dal centrosinistra. Con le divisioni del caso anche all'interno degli schieramenti, più evidenti quelle nell'opposizione. Come mostra proprio l'appuntamento elettorale in Liguria.