Un thriller a 5 stelle: qual è il futuro del Movimento?

Come un bel thriller, che tiene tutti con il fiato sospeso. Perché nessuno, fino all'ultima scena, può sapere come andrà a finire. È quanto vive ora il Movimento 5 stelle. Che guarda i due I protagonisti Giuseppe Conte e Beppe Grillo, per capire il suo futuro. Tra i due non è mai stato vero amore. Ma adesso è guerra aperta. A colpi di lettere per ora, ma che molti nel Movimento pensano possa portare ad un'aspra battaglia legale. Con l'incubo di una scissione che si fa sempre più reale. Possibilità di ricucire? qualcuno ci prova, ma il cammino che porta all'assemblea costituente sembra stritolare man mano gli spazi di trattativa L'assemblea costituente Tutto parte da lì. Dall'assemblea costituente. Dopo le varie fasi preparatorie, dovrebbe riunirsi il 4 ottobre. Ma non è escluso che possa slittare. Conte la vuole per discutere tutto: nome, simbolo, limite dei due mandati. Sarà in 3 fasi: l' ascolto dei bisogni attraverso il login al portale del Movimento. Poi un confronto deliberativo, supportato da un campione casuale di 300 persone che dovranno portare ad un documento di indirizzo. E poi l'assemblea costituente, che dovrà votare sul documento e decidere su tutto, anche sui totem fino ad ora ritenuti intoccabili. L'intervento di Beppe Grillo E qui interviene Beppe Grillo. Il fondatore. Ma anche il garante. Che prima scrive sul suo blog, per una moral suasion che non ottiene gli effetti sperati. Conte infatti gli manda a dire che si va avanti, e che si discute tutto. Quindi, il 5 settembre, Grillo incarica i suoi avvocati e manda una diffida ufficiale. E mette dei paletti: «Nessuna consultazione tra gli iscritti potrà avere ad oggetto eventuali modifiche del nome del Movimento 5 Stelle, delle modifiche o dell’uso del simbolo e della regola dei due mandati». Minacciando di intervenire nel caso si decida di proseguire. Ma non è finita. Grillo scrive che è in corso un tentativo di demolire i presidi democratici del Movimento. E chiosa, con il dito puntato contro Giuseppe Conte: “Mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti” La replica di Giuseppe Conte Conte replica a muso duro: “Caro Beppe, da Garante custode dei valori tu puoi agire con una moral suasion. ma di certo non puoi esercitare un supposto diritto di veto o addirittura l'inibizione della consultazione assembleare su uno o più temi della vita del Movimento.” Il j'accuse di Conte è sull'effetto che le parole di Grillo hanno all'interno e all'esterno del Movimento: "Questa tua condotta che sta alimentando il dibattito pubblico con connessi accenni a futuri contenzioni legali e a potenziali scissioni, rischia di appannare le energie e l’entusiasmo che questo processo costituente sta liberando.” Se uno vale uno, ricorda Conte, non ci può essere nessuno elevato sopra agli altri. "Una singola persona – per quanto essa sia il meritevole “fondatore” – pretende di comprimere il confronto deliberativo all’interno dell’associazione, contrastando in modo plateale il valore fondamentale che ha ispirato la nascita e lo sviluppo del Movimento stesso: il principio democratico e della libera partecipazione dei cittadini ai processi decisionali". Ma non finisce qui. Conte tocca un filo ad alta tensione: i contratti che Grillo ha con il Movimento. Conte, visto il comportamento di Beppe Grillo, ne valuta la sospensione e la cancellazione. Il contesto Il boom del Movimento alle elezioni politiche del 2013 è stato fragoroso. Un elettore su 3 aveva scelto i 5 stelle. Beppe Grillo prometteva di aprire come una scatoletta di tonno il Parlamento. È arrivato il governo giallo verde con la Lega. Poi quello giallo rosso con il PD. Conte uno e Conte due. Poi Conte a casa. Arriva Mario Draghi. Tante stagioni vissute in discesa. Una perdita di voti continua, costante, evidente. Fino alle ultime europee dove il Movimento ha toccato il 10%. Conte è diventato leader del Movimento. La missione è invertire la tendenza. Il campo largo sembrerebbe essere l'approdo, ma anche lì, dentro e fuori il Movimento non c'è grande convinzione. E i dubbi moltiplicano le tensioni. Il futuro Il movimento è in subbuglio. I parlamentari raccontano di riunioni dei due protagonisti con i rispettivi legali per studiare le prossime mosse. C'è un grande e sinistro formicolio nel Movimento, che teme scissioni e divisioni, legate a due visioni, quella del presidente e quella del fondatore, che sono in aperto contrasto. Molti sono convinti che presto bisognerà scegliere. Movimenti si stanno già registrando, raccontano parlamentari a Skytg24, per farsi trovare preparati qualora si dovesse arrivare a una clamorosa separazione. Rimane sullo sfondo l'idea di un armistizio in extremis, una possibile mediazione su una soluzione che formalmente non cancelli il limite del doppio mandato, ma che preveda delle "eccezioni" in modo da dare un seguito a chi ha maturato esperienze signficative nelle istituzioni. L'immagine è di un Movimento dove sono tutti appesi, tutti in attesa. Con il naso il su a guardare che fine faranno le stelle del Movimento.

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