Caso Pozzolo, come funziona l'immunità parlamentare invocata dal deputato di FdI
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La garanzia, prevista dal secondo comma dell'articolo 68 della Costituzione, è stata richiamata dall'esponente di Fratelli d'Italia per opporsi al sequestro degli abiti dopo lo sparo durante la festa di Capodanno. Ecco cosa può fare ora il giudice
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- Il caso Pozzolo riporta in auge la questione dell'immunità parlamentare per deputati e senatori in carica, invocata dall'esponente di Fratelli d'Italia dopo quanto avvenuto a una festa di Capodanno nel Biellese: un colpo partito dalla sua pistola ha ferito il genero di un uomo della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro
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- La procura di Biella ha aperto un fascicolo nei confronti del parlamentare: anche se Pozzolo sostiene di non essere stato lui a sparare, il colpo è partito dalla sua arma e quindi la mossa della procura è un atto dovuto per poter compiere tutte le indagini
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- Stando a quanto emerso, in un primo momento il deputato avrebbe fatto ricorso all'immunità parlamentare rifiutando di sottoporsi al test dello stub, vestiti compresi, per verificare se addosso avesse tracce di polvere da sparo
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- La mattina successiva alla festa Pozzolo avrebbe accettato di sottoporsi al test dello stub sia sulle mani sia sugli indumenti, richiamando tuttavia l'immunità parlamentare per opporsi al sequestro degli abiti. Gli investigatori sono certi che il passare delle ore non ha messo a rischio l'attendibilità del test
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- Ma in cosa consiste l'immunità richiamata da Pozzolo? Il secondo comma dell'articolo 68 della Costituzione recita: "Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza"
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- In sostanza, l'Autorità giudiziaria deve chiedere alla Camera o al Senato una specifica "autorizzazione a procedere" per portare avanti indagini o atti di ispezione su un membro del parlamento. Si tratta della cosiddetta "inviolabilità", che vale solo nel periodo in cui il parlamentare è in carica e può riguardare anche atti commessi dal politico al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni
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- Ma come viene concessa l'autorizzazione? La procura competente deposita in parlamento la richiesta, che viene poi esaminata da un organo preposto che varia a seconda della Camera di appartenenza del ministro o del parlamentare. Al Senato questo organo si chiama "Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari", mentre alla Camera - che è il ramo del parlamento cui appartiene Pozzolo - prende il nome di "Giunta per le autorizzazioni"
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- In Giunta vengono proposte delle relazioni, che vengono esaminate e votate dai membri. La richiesta sbarca infine in Aula, cui compete la decisione finale: qui viene votata dai parlamentari, che possono accoglierla o respingerla
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- La Giunta è competente a esaminare anche le questioni relative alla insindacabilità delle opinioni espresse e dei voti dati dai deputati, nonché alla concessione dell'autorizzazione per sottoporre a procedimento penale i ministri per reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni. Ciò avviene nel caso in cui tali ministri siano anche deputati: se non sono parlamentari o sono senatori, la competenza spetta al Senato
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- A seguito della riforma dell'articolo 68 della Costituzione, approvata nel 1993, la magistratura non deve più chiedere l'autorizzazione della Camera prima di svolgere indagini su un deputato, ma - come detto - solo nel caso in cui debba procedere al suo arresto o ad altre limitazioni della libertà personale