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Amministrative maggio, oltre 700 comuni al voto e leader in campo

Politica

Jana Gagliardi

Una tornata elettorale che vede Meloni e Schlein battere il territorio alla ricerca di conferme e conquiste, in tutto 18 capoluoghi al voto di cui uno di Regione, Ancona

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Queste di maggio sono elezioni amministrative ma l'attenzione del mondo politico è tale da mostrare con chiarezza che tipo di valenza viene dato loro, probabilmente perché sono le prime dopo iniziative importanti del governo come il decreto lavoro, ed è la prima tornata che coinvolge oltre 700 comuni - di cui 17 capoluoghi di provincia e uno di Regione, Ancona nelle Marche - e il tutto avviene anche dopo il recente cambio della guardia alla guida del Pd.  Un primo assaggio c'era già stato in Friuli Venezia Giulia, con la sorpresa di Udine dove aveva vinto il centrosinistra spazzando via tutti i pronostici, proprio a pochi giorni dall'elezione a segretaria di Elly Schlein. Ma adesso tocca al resto delle Regioni, con tempistiche diverse per quelle a statuto ordinario e quelle a statuto speciale.

La tempistica del voto, le Regioni a statuto ordinario

Si parte domenica 14 e lunedì 15 maggio con le Regioni a statuto ordinario, e gli eventuali ballottaggi (previsti solo per i comuni al di sopra dei 15mila abitanti, che in questa tornata sono 91) si svolgeranno domenica 28 e lunedì 29 maggio.
Appuntamento agli stessi orari di sempre: domenica dalle 7 alle 23, lunedì dalle 7 alle 15.

 

Il voto in Sardegna e Sicilia

La Sicilia, dove la mappa delle alleanze è particolarmente “variabile” e il voto sarà un banco di prova importante in particolare per il presidente Renato Schifani che ha indossato i panni del mediatore tenendo non senza tensioni insieme la coalizione di centrodestra, è la regione con più comuni al voto: un milione e 300 mila siciliani sono chiamati alle urne. Fari accesi soprattutto sui quattro capoluoghi al voto, Catania, Trapani, Ragusa e Siracusa . L'appuntamento è per il 28 e 29 maggio, così come per la Sardegna. Eventuali ballottaggi invece sarebbero previsti l'11 e il 12 giugno.

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I leader in campo, Meloni torna a fare comizi

Queste amministrative sono dunque importanti per le città che vedranno il rinnovo di sindaci e consigli comunali ma sono anche il primo vero test elettorale a un anno dalle prossime europee del 2024, che saranno il vero banco di prova di metà legislatura. Ecco dunque che il presidente del consiglio Giorgia Meloni torna a fare comizi e punta ad aumentare il vantaggio del centrodestra - che già governa il grosso delle città principali che stavolta vanno al voto - provando a strappare al centrosinistra capoluoghi come Ancona e Brescia. Ed Elly Schlein fin da subito batte il territorio con l'intenzione e la speranza di riprodurre l'effetto Udine. Riprendendosi magari le tre roccaforti toscane Siena, Pisa e Massa ora governate dal centrodestra.

 

Le formazioni politiche nei capoluoghi: centrodestra compatto, centrosinistra ad alleanze variabili

La segretaria del Pd guarda al campo largo anche in previsione delle regionali del 2024 in Piemonte ma per questa tornata elettorale il centrosinistra  si presenta con alleanze diverse un po’ ovunque, diviso in più della metà delle città capoluogo e di fatto Pd e 5 stelle sono uniti solo a Brindisi, Latina, Pisa e Teramo. Oltre che a Catania e Siracusa.

I 5 stelle sostengono loro candidati a Brescia, Imperia, Massa, Siena, Terni, Treviso e Vicenza. La partita si gioca anche sul filo dell'attenzione alle tendenze più recenti riscontrate nelle simpatie dell'elettorato, col Pd che con lo spostamento a sinistra dopo l'arrivo di Schlein alla guida del partito ha guadagnato sensibilmente terreno soprattutto sui 5 Stelle, i quali ora per evitare il rischio di essere assorbiti o schiacciati devono quindi alzare il tiro su quelli che considerano loro valori identitari come il reddito di cittadinanza. Marcando ancora una volta la propria "differenza" e quindi smarcandosi da un'alleanza potenzialmente fagocitante.

Per ora e non dappertutto, comunque. Come già in precedenti elezioni lo schema è appunto variabile e le dichiarazioni da una parte e dall'altra lasciano regolarmente la porta aperta a possibilità future.

Ben diversa la situazione nel campo del centrodestra che è al governo, è già impegnato a fronteggiare sui macro temi nazionali le eventuali diversità di vedute, non trova dunque alcuna utilità a marcare distanze in questa circostanza elettorale e sul territorio.

E si mostra infatti assolutamente compatto nei capoluoghi tranne che a Massa, dove Fratelli d'Italia sostiene un suo candidato. Discorso a parte per il Terzo Polo che, dopo le tensioni e la rottura di fatto fra Calenda e Renzi, presenta liste unitarie in solo 4 dei capoluoghi, in almeno altrettante città Azione e Italia Viva si dividono e in alcuni casi sostengono anche candidati di centrodestra.

Uno scenario politico variegato e sicuramente interessante da seguire, in attesa dei dati da analizzare post voto, a partire da quello sull'affluenza che - vista la costante preoccupante tendenza a numeri sempre più bassi - sarà davvero importante monitorare.

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