In un’intervista a Sky TG24 il titolare della Farnesina ha dichiarato di aver consegnato all’ambasciatore iraniano "un messaggio molto forte per il suo esecutivo per chiedere di bloccare le sentenze capitali"
Si sperava in un passo indietro, ma così non è stato. “Credevamo che la liberazione di Alessia Piperno fosse un primo segnale di retromarcia, ma ci sbagliavamo: l'Iran ha superato la linea rossa cominciando ad eseguire condanne a morte di manifestanti”, ha dichiarato a Sky TG24 il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Azioni per l’Italia inaccettabili. “Siamo sempre stati contrari alla pena di morte mentre siamo a favore delle moratorie Onu, avvallate da un numero crescente di Paesi, che prende posizione contro le condanne”, ha sottolineato il titolare della Farnesina.
Il messaggio del governo
Tajani ha fatto sapere di aver consegnato all’ambasciatore iraniano “un messaggio molto forte per il governo di Teheran, con la richiesta di bloccare le condanne a morte e di avviare un dialogo con i manifestanti, in particolare donne e giovani”. A colpire l’esecutivo di Giorgia Meloni è proprio l’uso della pena capitale: “È inflitta in modo sproporzionato ed è inaccettabile, soprattutto quando lo si fa in nome di Dio. Soltanto Dio toglie la vita, nessuno può farlo in suo nome”, ha evidenziato il ministro degli Esteri. Non manca, però, la speranza che le cose cambino. “Continuo ad augurarmi che qualcosa muti. Le immagini televisive mostrano però l’esatto opposto: abbiamo anche provato ad aprire la porta del negoziato sul nucleare ma le risposte sono negative. Non si possono punire persone perché indossano un velo qualche centimetro spostato rispetto a quanto ritenuto giusto dalla polizia morale”, ha dichiarato Tajani.
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La guerra in Ucraina
Il titolare della Farnesina ha espresso un giudizio molto netto anche sulla guerra in Ucraina, ormai in corso da quasi 11 mesi. “Il conflitto rappresenta una sconfitta politica per la Russia e per il presidente Vladimir Putin, anche se non ancora militare”. Tajani ha poi ricordato “come qualche lustro fa, il presidente russo sembrasse voler scegliere un rapporto privilegiato con l'Occidente, ma poi ha deciso di diventare il leader di una realtà che vuole tornare ad essere l'Unione sovietica. Questo l'ha portato ad assumere atteggiamenti aggressivi, in primis con la Georgia: un tentativo sventato da Berlusconi e dalla Francia”. Adesso un nuovo tentativo, “visto che ha pensato di vincere una guerra lampo in Ucraina sopravvalutando l'esercito russo, che ha registrato un drammatico fallimento”. A questo proposito il ministro degli Esteri Tajani ha voluto ribadire la posizione dell'Italia, a sostegno soprattutto di una “pace giusta”: “Credo che il voler insistere in uno scontro di questo tipo non porterà il presidente Putin ad alcun risultato positivo e a pagare saranno i russi. Noi non abbiamo nulla contro il popolo russo, che non ha alcuna responsabilità, ma chiediamo al leader di rispettare i confini dell’Ucraina e il diritto internazionale”.