Le scelte degli elettori del Pd, secondo un sondaggio condotto da Demos per Repubblica, si orientano principalmente verso il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini che ha annunciato la sua candidatura a segretario del partito
Il Partito Democratico sta vivendo una fase di transizione. Per gli elettori ci vuole una nuova leadership. Le elezioni primarie previste per il prossimo febbraio sono un passaggio doveroso verso la rifondazione del partito. E’ quanto emerge dal recente sondaggio condotto da Demos per Repubblica. Nel Pd prevale la convinzione che sia possibile "cambiare” cambiando il segretario visto che ormai è diffusa l'idea che l'identità del partito coincida con l'immagine del leader. A questo proposito, le indicazioni fornite dal sondaggio di Demos, per quel che riguarda il capo, appaiono piuttosto chiare. Le scelte degli elettori del Pd si orientano principalmente verso il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che ha appena annunciato la sua candidatura alla segreteria del partito . A suo favore si esprime 1 elettore su 3. Una significativa maggioranza (SPECIALE PARTITO DEMOCRATICO).
Il derby emiliano
Va sottolineato che l'opinione degli intervistati, nel sondaggio, viene richiesta senza liste di nomi predefinite. E ciò favorisce i soggetti più noti. Come Bonaccini, il quale, comunque, rispetto al mese scorso, appare in sensibile crescita: 6 punti in più. Dietro a lui, a distanza, si conferma Elly Schlein. Eletta deputata alle recenti elezioni politiche e, fino a poco tempo fa, sua vice in Regione, Schlein ottiene l'8% delle preferenze. Se la sfida alla fine sarà davvero con Elly Schlein, in fondo sarà anche quello un suo piccolo successo.
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Ritratto di Stefano Bonaccini
Bonaccini ha scelto un profilo più popolare e meno burocratico con cui presentarsi nei comizi agli elettori. Barba affilata e ben curata, gli occhiali a goccia, l’abbigliamento casual e molti post vivaci sui vari social, per restituire l’immagine di un politico simile a tutti . La sua vera sfida resta quella di dimostrare che il teorema emiliano sia esportabile anche a Roma. Ha evocato da subito l’urgenza di un nuovo gruppo dirigente e sottolineato caldamente più volte la forza dei buoni amministratori troppo spesso sottovalutati nel Pd. “Io sono il più convinto che ci sia tanto da fare e da rigenerare, ma dico subito che non basterà un congresso: ci aspetta una traversata nel deserto" ha affermato alla sua candidatura a segretario del Pd.