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M5S, Di Maio lascia comitato di garanzia. Grillo: “Passare da ardori giovanili a maturità”

Politica
©LaPresse

Il ministro degli Esteri ha annunciato la sua decisione in una lettera inviata a Conte e Grillo: "Tutti avranno notato che in questi giorni si è iniziato a parlare di scissioni, processi, gogne. Si è provato a colpire e screditare la persona". Il movimento in una nota: "Giusto e dovuto passo indietro". Nei giorni scorsi lo scontro interno sul nome - poi “bruciato” - della direttrice del Dis Elisabetta Belloni per il Quirinale. Intanto nelle stesse ore il Garante del Movimento pubblica un post sul suo blog

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Luigi Di Maio si è dimesso dal comitato di garanzia del Movimento 5 Stelle: l'annuncio è arrivato con una lettera inviata al presidente del Movimento Giuseppe Conte e al Garante Beppe Grillo: "Tutti avranno notato che in questi giorni il dibattito interno è degenerato, si è iniziato a parlare di scissioni, processi, gogne - si legge - È fondamentale ascoltare le tante voci esistenti, e mai reprimerle". Non sembrano quindi placarsi le tensioni all’interno del M5S dopo l’elezione del presidente della Repubblica, legate in particolare al vertice di maggioranza che sembrava destinato a dare l’ok al nome della direttrice del Dis Elisabetta Belloni. "Il giusto e dovuto passo indietro di Luigi Di Maio rispetto al suo ruolo nel Comitato di garanzia costituisce un elemento di chiarimento necessario nella vita del MoVimento rispetto alle gravi difficoltà a cui ha esposto la nostra comunità, che merita un momento di spiegazione in totale trasparenza", viene spiegato in una nota del M5s. Intanto nelle stesse ore Grillo pubblica un post sul suo blog intitolato 5 stelle polari in cui scrive: "Questa nostra rivoluzione democratica è oggi chiamata a passare dai suoi ardori giovanili alla sua maturità, senza rinnegare le sue radici ma individuando percorsi più strutturati per realizzarne il disegno".

Di Maio: "Fondamentale ascoltare tutte le voci"

"Si è provato a colpire e screditare la persona. Mi ha sorpreso, anche perché è proprio il nuovo statuto del Movimento che mette l'accento sul rispetto della persona - scrive Di Maio nella lettera di dimissioni - Ho apprezzato molto il tentativo di chi in questi giorni, a partire dai capigruppo e da Beppe Grillo, ha provato a favorire un dialogo sereno e super partes, tra diverse linee di pensiero". "Qui si vince o si perde tutti insieme - prosegue - Perché siamo una comunità che si basa sulla pluralità di idee, soprattutto in questo momento difficile per il Movimento 5 Stelle, che deve però riuscire a trovare le soluzioni per difendere la dignità dei cittadini e sostenere il mondo produttivo ancora alle prese con la pandemia. Spetta poi al presidente fare la sintesi e tracciare la strada da seguire. Ma l'ascolto è importantissimo". "Penso che all'interno di una forza politica sia fondamentale dialogare, confrontarsi e ascoltare tutte le voci - aggiunge - Tutte le anime, anche chi la pensa in maniera diversa, devono avere spazio e la possibilità di esprimere le proprie idee". E conclude: "Continuo a pensare che sia fondamentale confrontarsi dentro il Movimento, perché il Movimento è casa nostra, ed è fondamentale ascoltare le tante voci esistenti, e mai reprimerle. Io sarò tra le voci che sono pronte a sostenere il nuovo corso, mantenendo la libertà di alzare la mano e dire cosa non va bene e cosa andrebbe migliorato". Poi, spiegando il motivo dell'addio, dice: "Mi rendo conto che per esprimere queste idee, seppur in maniera propositiva e costruttiva, non posso ricoprire ruoli di garanzia all'interno del Movimento. Non lo ritengo corretto. Per questo motivo, ho deciso di dimettermi da presidente e membro del Comitato di Garanzia del MoVimento 5 Stelle. Ringrazio gli iscritti che mi avevano votato ed eletto, ringrazio Virginia e Roberto che mi avevano votato presidente, ringrazio Beppe per la fiducia nell'avermi indicato nella rosa dei potenziali membri del Comitato". "Se rimaniamo uniti - conclude - con le idee di tutti, torneremo a essere determinanti. Grazie a tutti per l'affetto e viva il Movimento".

M5s: "Basta percorsi personali che minano unità"

"Il confronto delle idee e la pluralità delle opinioni non è mai stata in discussione - sottolinea il M5S nella nota - Questo però non significherà mai permettere che i nostri impegni con gli iscritti e con i cittadini siano compromessi da percorsi divisivi e personali, da tattiche di logoramento che minano l'unità e la medesima forza politica del MoVimento. Adesso è il momento di concentrarsi su progetti e programmi, come ci viene suggerito proprio oggi da Beppe Grillo con una riflessione ispirata alle Lezioni americane di Italo Calvino".

L’affondo di Conte e la richiesta di un confronto

Pochi giorni dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, Conte - in un’intervista al Fatto Quotidiano -  alla domanda se fosse stato il ministro degli Esteri a "bruciare" il nome di Belloni aveva risposto: "Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità". Il 3 febbraio poi, il leader del M5S ha chiesto a Di Maio un confronto pubblico, aperto alla "comunità degli iscritti" 5 Stelle: "Non è una gogna, né una questione riservata tra noi due. Serve un chiarimento in tutte le componenti del M5S, che sono gli organismi ma anche la comunità degli iscritti. Perché in ballo c'è la direzione della marcia politica verso cui è diretto il M5S", ha spiegato Conte, che non si è espresso però "sulle modalità" del confronto e, soprattutto, se il tutto verrà sottoposto o meno al voto degli iscritti.

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I parlamentari: “Chiariamoci in fretta”

Fra i parlamentari cresce intanto il fronte trasversale di quanti auspicano la fine dello scontro: bisogna "chiarirsi e abbassare i toni" dice il capogruppo alla Camera Davide Crippa. "Restiamo uniti per lavorare sulle priorità dei cittadini", sostiene anche la capogruppo del Senato Mariolina Castellone secondo la quale "Di Maio è un pilastro per il Movimento". "Chiariamoci ma in fretta perché siamo tutti qui grazie al simbolo del M5s", dice anche Danilo Toninelli che rimprovera a Di Maio di aver lanciato il "guanto di sfida davanti alle telecamere", ma chiede al M5s di passare presto a occuparsi di altro.

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