Il leader di Italia viva: "Governo immobile, vogliamo sciogliere nodi. Conte sprezzante, azzardo andare in Aula. O esecutivo accelera o non ha senso che ci stiamo". Rosato: è il premier a staccare spina. L'offerta del presidente del Consiglio: martedì Recovery Plan, poi tavolo per patto di legislatura e rimpasto. Di Maio: “Crisi economica non aspetta politica”. Appello del Papa all'unità politica
Martedì il Recovery plan, poi il tavolo per il patto di legislatura e un corposo rimpasto: è l'offerta finale che il premier Giuseppe Conte ha avanzato a Matteo Renzi, in asse con il Pd. La strada per evitare la crisi è nella linea del leader di Italia Viva: "Fate il Recovery plan, fate i ristori. Basta perdere tempo". Concetti ribaditi anche dal ministro Teresa Bellanova nella riunione odierna a Palazzo Chigi, in cui ha chiesto di decidere "con urgenza" il piano dei ristori per tutte le attività interessate dalle misure restrittive causa Covid e per le filiere collegate, oltre ad "accelerare l'invio del testo del Recovery plan". Sul tema crisi interviene indirettamente anche Papa Francesco, che in una intervista a Mediaset si appella all'unità della politica in un momento difficile come questo.
Italia viva attacca
Proprio Italia viva anche oggi ha incalzato i colleghi della maggioranza: "O il governo accelera e va veloce o non ha senso che ci stiamo", ha detto Renzi. Gli fa eco anche il presidente del partito Rosato. "È il premier a staccare la spina del governo, non noi, perché è lui a continuare nel suo atteggiamento di non farsi carico dei problemi, ma anzi, mettendoli sotto il tappeto. Non si può andare avanti così". Intanto il ministro Luigi Di Maio del M5s avverte: "La crisi economica non aspetta la politica". In giornata è arrivato un monito indiretto anche di Papa Francesco secondo cui "la classe dirigenziale ha il diritto di avere punti di vista diversi e anche di avere la lotta politica. È un diritto: il diritto di imporre la propria politica. Ma in questo tempo si deve giocare per l'unità, sempre. In questo tempo non c'è il diritto di allontanarsi dall'unità".
L’ipotesi del Conte ter
Lo snodo potrebbe essere il "Conte ter”, un nuovo governo che passi dalle dimissioni di Conte per poi avere il reincarico, con un corposo cambio di squadra. Ma l'ipotesi è stata finora esclusa da chi è più vicino al premier. Cruciali saranno le prossime ore, a cavallo del Consiglio dei ministri.
Renzi sul governo: "Più che farlo cadere, vorrei vederlo muovere"
Intervistato da Repubblica, Renzi spiega sul governo: "Più che farlo cadere, vorrei vederlo muovere. Il governo è immobile: si vive di rinvio in rinvio. Vogliamo sciogliere i tanti nodi aperti. La risposta è stata sprezzante e sorprendente: ci vedremo in Parlamento, ha detto Conte. Evidentemente è già convinto di avere i voti in Aula, forse di Forza Italia: mi sembra un errore politico e un azzardo numerico". Renzi, in un colloquio su La Stampa, ha parlato poi di Recovery: "Ora basta con questa telenovela, ci porti subito questo benedetto piano, se ci piace lo votiamo, se no le ministre si dimetteranno, ma non saremo certo noi a bloccarlo".
I 30 punti sulle "questioni politiche aperte"
Intanto, emerge che un documento di 30 punti sarebbe stato consegnato nei giorni scorsi dal dem Goffredo Bettini al premier, per conto di Renzi: si tratta di un elenco delle "questioni politiche aperte" in maggioranza fatto il 6 gennaio proprio da Renzi e consegnato a Bettini. Si va dal Mes ad Autostrade, dal fisco al Ponte sullo Stretto, dalle riforme alle prossime comunali. Nella notte, il senatore avrebbe detto ai parlamentari Iv: senza risposte "non apriamo la crisi ma lasciamo le poltrone". Nel documento, letto dall'Ansa, Renzi scrive a Bettini che Conte non ha mantenuto l'impegno di chiudere i tavoli sul programma entro novembre e chiede: "Con chi si scrive un accordo serio? In che tempi? Chi garantisce che gli impegni si mantengano? Iv è pronta da mesi. Gli altri?". Riguardo al ponte sullo Stretto, in una nota la senatrice di Italia viva Silvia Vono ha spiegato che è stato "dichiarato come 'impossibile tecnicamente' da inserire nel Recovery Plan". Ma, ha aggiunto, "ci sono molte precisazioni da fare. Nonostante l'opera sia cantierabile, il Mit continua a rallentare la conclusione dei lavori progettuali. Iv ritiene che il ponte è un'opera a cui l'Italia non può rinunciare e per questo, potendo essere realizzata con i fondi, già disponibili e attivabili, sarà portata per l'approvazione a ogni tavolo politico di discussione per lo sblocco delle infrastrutture".
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Renzi ai parlamentari di Iv: con "immobilismo" dell'esecutivo non si va avanti
Renzi comunque, nelle oltre quattro ore di assemblea in videoconferenza con i parlamentari di Italia viva, avrebbe escluso le elezioni anticipate e assicurato che Iv non darà mai il suo sostegno a un governo di centrodestra. Ma avrebbe aggiunto che così, "nell'immobilismo" dell'esecutivo, non si può andare avanti e ribadito che Iv è pronta all'opposizione se non vedrà accolta le sue proposte. Finora - afferma ancora Renzi - da Giuseppe Conte non sono arrivate risposte alle richieste di Italia viva. Nel corso dell'assemblea, secondo quanto raccontato dai presenti, è intervenuta la gran parte dei 48 parlamentari di Iv (31 deputati e 17 senatori). Con toni e accenti diversi, avrebbero tutti confermato il sostegno all'azione di Renzi e non ci sarebbe stato nessuno smarcamento, anche se alcuni si sarebbero mostrati più prudenti sulle scelte che ci saranno da compiere nelle prossime ore, nella consapevolezza che da qui a martedì si capirà se è ancora possibile un accordo nella maggioranza o ci sarà la rottura con l'apertura della crisi di governo.
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Bellanova: se ci sarà crisi, "responsabilità solo di altri"
Della possibile crisi ha parlato anche la ministra Teresa Bellanova. Se ci sarà, "la responsabilità sarà solo di altri, di chi non ha dato risposte al tempo giusto e nei luoghi giusti, preferendo alle risposte chiare e alla lealtà il gioco dei muri di gomma, non di chi ha avuto il ruolo scomodo di parlare sempre chiaro e mettere al centro i temi", ha scritto su Facebook. La capo delegazione di Iv al governo ha aggiunto che “tirare a campare non è mai stato il mio forte” e che “fare tappezzeria è un esercizio che preferisco lasciare ad altri”. Nel post, poi, si legge che "il tempo è davvero finito" e "questa esperienza per me è archiviata". E si invocano "risposte": "Arrivi questo benedetto Recovery Plan, ci si dia il tempo di valutarlo e ci si confronti in Consiglio dei ministri. Anzi, ci si confronti anche sugli altri nodi" con "un patto di legislatura". "Se ci sarà tutto questo noi ci siamo. Diversamente l'esito è già scritto e la responsabilità solo di altri", ha concluso Bellanova.
Di Maio: "Crisi economica non aspetta politica"
Su Facebook è intervenuto anche il ministro degli Esteri del M5S Di Maio. "La crisi economica non aspetta la politica. Chi governa deve dettare i tempi della ripresa, dunque nelle prossime ore chiudiamo il Recovery e consegniamolo al Parlamento, mettiamoci al lavoro sui progetti di rilancio del Paese", ha scritto. Ha aggiunto che "il Paese non può e non deve restare fermo. I politici sono pagati per lavorare, non per litigare. Ogni ministro, ogni membro di governo, ogni parlamentare è chiamato a dare il massimo, sempre. Le trame di palazzo, i giochini, non dovrebbero nemmeno sfiorarci". Di Maio ha scritto anche che "vanno approvati subito ristori per autonomi, imprenditori, commercianti e tutti quelli che hanno avuto un notevole calo del fatturato a causa del Covid" e questo "lo dobbiamo fare con il prossimo scostamento di bilancio".
Le mediazioni e i possibili scenari
Intanto, il Pd il M5s e Leu spingono per l'accordo, senza più rinvii. È l'ultima chiamata per Iv, sembra avvertire il premier in un lungo post su Facebook. Al centro Conte pone il piano vaccini, per un Paese "sfibrato" e la cui "tenuta" è "a rischio". Arriverà già la prossima settimana in Cdm, annuncia, non solo un Recovery plan che è patrimonio "di tutto il Paese", ma anche un nuovo scostamento di bilancio - che dovrà essere votato a maggioranza assoluta in parlamento - per finanziare un altro decreto ristori. Se la condizione di Renzi è che il premier si dimetta per dar vita a un Conte ter, è una condizione finora respinta. "Fino all'ultimo lavorerò per il bene comune", scrive il presidente del Consiglio. Intanto, Dario Franceschini e Graziano Delrio, in asse con il segretario Pd Nicola Zingaretti, inviano all'ex segretario un messaggio: con "buonsenso e buona volontà" è possibile "evitare una crisi in piena pandemia". Altrimenti, avvertono i Dem, Iv dovrà assumersi la responsabilità di bloccare Recovery e ristori.
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