In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Coronavirus, verso la proroga delle chiusure almeno fino a Pasqua: il possibile calendario

Politica

La conferma del ministro Speranza: "Restrizioni prolungate almeno fino al 12 aprile". L'ipotesi è che possano terminare tra il 15 e il 18 del mese. Governo intanto al lavoro anche sul nuovo decreto con le misure economiche, il M5s spinge per un reddito di emergenza

Condividi:

Le misure di contenimento per il contrasto alla pandemia di coronavirus saranno prorogate almeno fino a Pasqua. E il premier Giuseppe Conte è pronto ad annunciare la proroga dei blocchi, con un nuovo Dpcm successivo a un Consiglio dei ministri che, secondo fonti di governo, potrebbe tenersi mercoledì o giovedì. La conferma sul prolungamento è arrivata dal ministro della Salute, Roberto Speranza: “Nella riunione del Comitato tecnico scientifico è emersa la valutazione di prorogare tutte le misure di contenimento almeno fino a Pasqua. Il governo si muoverà in questa direzione". Il governo intanto lavora per accelerare sul decreto aprile, con nuove misure economiche, dove si fa sempre più concreta la proposta di un reddito di emergenza. Ma, sulla misura caldeggiata in primis dal M5s, il rischio è che si apra una nuova frattura interna all'esecutivo (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LE TAPPE - LE FOTO SIMBOLO).

Proroga delle chiusure, il possibile calendario

Il piano di Palazzo Chigi prevede innanzitutto di prorogare le chiusure previste attualmente fino al 3 aprile. Dovrebbe essere una proroga senza deroghe mentre resta il dubbio sulla nuova data finale delle restrizioni, che potrebbe probabilmente ricadere tra il 15 e il 18 aprile. Dopo Pasqua comunque, come indicato dal Comitato scientifico con cui sia Conte sia il ministro della Salute Roberto Speranza sono in costante contatto.

Probabile gradualità nelle riaperture delle attività produttive

Il premier vuole seguire la stessa via percorsa per le chiusure: quella della gradualità. È proprio questa l'ipotesi fatta dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, intervenuto a Radio 24: "Sulla riapertura delle attività produttive è difficile pesarla per territori e più facile ragionare per filiere" così "da non creare asimmetrie tra le varie regioni", ha spiegato Patuanelli. Il ministro comunque sottolinea che "parlare dei tempi di riavvio delle attività produttive oggi "è prematuro, serviranno ancora settimane".

Riaperture, bar e ristoranti in fondo alla lista

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, tenendo conto dell’ipotesi del viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri che il picco possa arrivare “nel giro di 7, 10 giorni”, servirebbero comunque altre 2-3 settimane per le prime riaperture. Ma bisognerebbe comunque fare molta attenzione ai contatti tra le persone: per questo finirebbero in fondo alla lista delle riaperture discoteche, pub, bar e ristoranti, eventi, sale convegni. Resterà grande attenzione alla distanza tra i clienti, che dovrà essere sempre di almeno un metro sia per quanto riguarda i tavoli, sia per le aree comuni. Secondo quanto ipotizza il quotidiano La Repubblica sarà una ripartenza lenta, anche perché il governo teme i ponti di primavera. Ragion per cui la vera ripartenza potrebbe avvenire solo dal 4 maggio in poi.

Ipotesi reddito di emergenza, Iv si oppone

Sull’economia l'imperativo del governo è trovare liquidità per imprese, autonomi e lavoratori (Cosa fare per avere gli aiuti economici). E, in queste ore, acquista concretezza la misura di un reddito di emergenza ad hoc per chi ha subito, economicamente, la crisi coronavirus. A cominciare da precari, stagionali e lavoratori in nero. Un’altra idea a cui si lavora nel governo è la semplificazione di alcuni requisiti - a cominciare da quelli immobiliari - per ottenere il reddito di cittadinanza. Ma l’ipotesi di un reddito di emergenza rischia di innescare nuove tensioni nel governo: al M5S si contrappone Iv. "Estendere il reddito è una visione assistenzialista miope. La misura sociale più urgente e giusta è quella di riaprire le aziende per non far partire i licenziamenti", sottolinea Matteo Renzi.