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Salvini: studio da premier. Alle regionali l'M5S sparirà

Politica

In un’intervista rilasciata a Libero il leader della Lega attacca Conte: "Lui è schizofrenico. Pensa di fare i dispetti a me, invece fa il male dell'Italia"

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“Non ho rimpianti e sto studiando da premier. Questo periodo all'opposizione mi sta servendo molto". Così Matteo Salvini parla del suo momento personale e politico in un’intervista rilasciata a Libero. Non manca un riferimento all’avversario del momento, il premier Giuseppe Conte. "Il premier è schizofrenico. Pensa di fare i dispetti a me, invece fa il male dell'Italia” attacca il leader della Lega che prosegue parlando delle prossime regionali: “Il 26 gennaio accadrà che il centrodestra vince e i grillini spariscono. Finiranno sotto il 10% sia in Emilia-Romagna, dove sono nati, sia in Calabria, dove avevano quasi il 50. Grillo e Di Maio si sono innamorati del potere e per conservarlo si sono alleati con il Pd", ciò che ha fatto smarrire "la loro spinta originaria". Una scelta politica che si è rivelata "sbagliata", in quanto " i loro elettori non hanno gradito. Salvini prevede poi che "tra un anno e mezzo il Pd avrà inglobato quel che resta di M5S".

Il leader della Lega: "Se processano me processano l'Italia"

Salvini smentisce quindi qualsiasi tipo di "campagna acquisti" in campo pentastellato, e spiega: "Tre senatori hanno scelto di lasciare la maggioranza per fare opposizione con la Lega. Professori, avvocati, gente con la schiena dritta. Altri ne arriveranno presto" anche se a loro "la Lega non offre nulla". Sul governo aggiunge: "Messo com'è può venire giù in ogni momento", "sono in confusione totale", "abbiamo un ministro dell'Interno senza volto né nome che cerca di rivendersi come suoi i nostri successi". Sul processo che lo vede protagonista per "sequestro di persona" per il caso della nave Gregoretti, Salvini dice: "Se processano me, processano l'Italia". "Sarebbe un processo politico, non penale", aggiunge, assicurando che se il processo ci sarà "lo faremo diventare l'occasione per aprire una riflessione sulla situazione della giustizia italiana" e "sulla mancanza di dignità e di onore dei politici di una certa parte, che hanno delegato ai magistrati le loro battaglie e il loro potere".