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Mes, botta e risposta Pd-M5s. Di Maio: "No firme al buio". Domani vertice a Palazzo Chigi

Politica

Secondo il numero due del Mef Misiani nel meccanismo di stabilità ci sono "solo vantaggi". Ministro degli Esteri frena: "Italia non può pensare di firmare al buio". Fontana a Sky Tg24: "Urge richiamo di Mattarella". Salvini: "Conte ha firmato senza permesso? Si dimetta"

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Botta e risposta sul Mef nella maggioranza. Il meccanismo europeo di stabilità (COS'È) è un punto delicato anche per la solidità del governo giallorosso. Ci sono "solo vantaggi" e il primo è che "finalmente si realizza un supporto comune al fondo di risoluzione unico per le banche", ha detto, in un’intervista al Corriere della Sera, il viceministro dell'Economia Antonio Misiani. Sul tema è intervenuto anche il capo politico del M5s Luigi Di Maio: "L'Italia non può pensare di firmare al buio, è bene che ci sia una riflessione", ha fatto sapere il ministro degli Esteri da Matera, "come tanti altri trattati, anche il Mes ha bisogno di tanti miglioramenti". Il premier Conte interviene per rassicurare sui dubbi sulla tenuta del governo: "Questo governo andrà avanti", risponde seccamente, e rincara: "Lunedì inizieremo a spazzare via tutte le fesserie che sono state dette". Con le fibrillazioni nella maggioranza sullo sfondo, domenica si terrà un vertice a Palazzo Chigi, alla vigilia delle comunicazioni del premier alle Camere, alle 13 a Montecitorio e alle 15.30 al Senato. Dall'opposizione, intanto, Matteo Salvini ha attaccato: "Conte ha firmato senza permesso? Si dimetta". 

Fontana (Lega) a Sky TG24: "Mattarella intervenga con un richiamo"

Sull'argomento, a Sky TG24, ha parlato anche il vice segretario della Lega Lorenzo Fontana: "Capisco la scelta del Quirinale di non intervenire, perché in questo momento il suo intervento potrebbe essere pesante. Però ritengo che come garante della Costituzione non può ignorare il fatto che il Parlamento ha detto una cosa e poi alcuni esponenti del governo come il presidente del Consiglio ne hanno fatta un'altra. Su questo forse un richiamo sarebbe dovuto". 

Di Maio pronto a far cadere l'esecutivo se il Mes non venisse rinviato

Secondo il Corriere della Sera, Di Maio sarebbe pronto a far cadere l’esecutivo nel caso in cui il Mes non venisse rinviato: una linea che, però, non sembra essere condivisa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’alleato dem Nicola Zingaretti. Tuttavia una crisi non sembra imminente, visto che lo stesso Di Maio ha assicurato: "Faremo presenti tutte le perplessità che abbiamo sull'attuale impianto, senza voler creare difficoltà al governo". Poi, da Matera, il leader del M5s ha aggiunto: "Quando avremo letto tutto, potremo verificare se il pacchetto convenga all'Italia oppure no. Secondo me, è sano per l'Italia non accelerare in maniera incauta ma difendere i propri interessi, aspettando la fine dei negoziati anche su tutti gli altri aspetti di questo pacchetto. Visto e considerato che c'è stato un cambio di maggioranza in Parlamento, che il Parlamento non si è ancora espresso e che la nuova maggioranza non si è ancora espressa sul Mes, sull'Unione bancaria e sul deposito sulle assicurazioni, è bene che ci sia una riflessione".

Misiani: Salvini eviti di diffondere fake news e allarmismi

Secondo il viceministro dell'Economia Antonio Misiani, il Mes "si conferma come un paracadute indispensabile per proteggere la moneta unica" e si rivela "utile" all'Italia e all'Europa, perché "l'euro ha bisogno di un sistema di mutua assicurazione che aiuti gli Stati in temporanea difficoltà finanziaria e potenzi gli strumenti per affrontare le crisi bancarie". Intanto continuano ad arrivare gli attacchi di Matteo Salvini, secondo cui “con il fondo salva-Stati sono a rischio i soldi degli italiani" e da Conte arrivano “soltanto bugie”. Sugli attacchi del leader della Lega Misiani ha aggiunto: "La polemica di Salvini ha un tasso di strumentalità insopportabile. Era vicepremier nel governo precedente e informato del negoziato, ma non ha mai gridato all'alto tradimento. Dovrebbe mettersi d'accordo con se stesso, ma soprattutto evitare di diffondere fake news e allarmismi".

Le incertezze nella maggioranza

L’esecutivo, comunque, sembra non essere davvero a rischio a causa del Mes: l'accordo, secondo il governo, va migliorato nel suo complesso, ovvero nei tre pilastri del pacchetto di riforme dell'eurozona (a cominciare dall'Unione bancaria), ed è per questo che lunedì alla Camera Conte, tra le altre cose, tornerà a porre l'accento sulla "logica del pacchetto". Ma in quell'occasione il premier avrà modo anche di spiegare come gran parte del negoziato sul Mes sia stato fatto nel precedente esecutivo, anche con l'ok della Lega.

Salvini contro Conte: "Ho documenti e messaggi"

Una circostanza negata però da Salvini, che ieri ha di nuovo attaccato Conte: “Dal vecchio governo Lega-Cinque Stelle ha avuto il mandato a non autorizzare nulla di quanto stiamo parlando. Per altro ci ha sempre rassicurato anche verbalmente. E invece buonanotte ai suonatori". E aggiunge: "Ci sono documenti e messaggi che confermano quello che dico". Lo stesso ex vicepremier poi rincara la dose contro Conte: "Se hai firmato qualcosa che non avevi il permesso di firmare dimettiti e chiedi scusa perche' con i risparmi degli italiani non si scherza. Per questo ho convocato Conte lunedì".

Calenda: "Indegno scaricabarile tra Salvini e Di Maio"

"Dov'era Di Maio? Quando il Mes è stato negoziato lui era al governo, era il vicepresidente del Consiglio". Queste le parole di Carlo Calenda che sul Mes aggiunge: "Questo modo di fare politica è un modo indegno di un grande Paese. Tutti i dubbi sono legittimi e si sollevano quando si negozia, stando in Europa. Questo scaricabarile di Di Maio e Salvini dimostra che non possiamo dire agli italiani che la loro scelta è tra Salvini e Di Maio. Trovo indegno che dobbiamo scegliere tra loro due?".