Maturità, il ministro Fioramonti: “Torna la storia come traccia obbligatoria”

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Il titolare del dicastero dell’Istruzione, in un’intervista a Repubblica, annuncia: “Siamo riusciti a reintrodurla sotto la prova di tipo B, una delle tracce sarà obbligatoriamente di storia”. Ma aggiunge che bisogna cambiare “il modo in cui si insegna la disciplina”

La storia torna a far parte delle materie dell’esame di maturità. Ad annunciarlo, in un’intervista a Repubblica, è il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che torna quindi indietro rispetto alla decisione del precedente governo che aveva abolito la traccia dedicata alla materia. La mossa del primo esecutivo Conte aveva scatenato le polemiche di storici e intellettuali che avevano protestato con un manifesto promosso da Andrea Giardina, Liliana Segre e Andrea Camilleri. (LO SPECIALE SCUOLA)

Il reinserimento della storia nella prova B

"Siamo riusciti a reintrodurla sotto la prova di tipo B - spiega il ministro - che prevede l'analisi e la produzione di un testo argomentativo. La nostra nuova clausola dispone che una delle tre tracce incluse nella prova di tipo B sia obbligatoriamente dedicata alla storia”.

Fioramonti: cambiare il modo in cui si insegna la storia

Tuttavia, la storia è una traccia scelta finora in media solo dal 3% dei maturandi. Secondo Fioramonti, “la prima questione che dobbiamo affrontare è il modo in cui si insegna la disciplina. La storia non può essere solo una sequela di date e di battaglie da mandare a memoria, ma il racconto di una evoluzione umana in ambiti che ancora ci riguardano come il progresso sociale, la conquista dei diritti civili, la partecipazione democratica".

“All’ultimo anno il Novecento deve acquistare centralità”

Il ministro dell’Istruzione commenta poi il problema dei programmi di storia dell'ultimo anno, che raramente riescono ad arrivare alla contemporaneità: “Il mio obiettivo è ottenere una periodizzazione diversa che consenta agli insegnanti dell'ultimo anno di dedicare le lezioni di storia all'intero Novecento". Per farlo, Fioramonti dice di voler "aprire un dialogo con gli storici" e che l’obiettivo è “consegnare alla scuola italiana una nuova periodizzazione e una nuova modalità di studio della storia" a partire dal 2022.

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