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Fine vita, Conte: sì obiezione di coscienza per medici. Dubito esista diritto alla morte

Politica

Il governo lascerà al Parlamento l'approvazione della legge sul fine vita, dice il premier. Poi, conferma le misure adottate nel corso del precedente esecutivo: "Sono misure di protezione sociale". E sull'aumento dell'Iva: "Non ci sarà, lavoriamo a qualche modulazione"

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Il governo lascerà al Parlamento l'approvazione della legge sul fine vita, ma nella legge "dovrebbe essere prevista l'obiezione di coscienza per i medici". A dirlo è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, in visita nel Brindisino, ha parlato anche di reddito di cittadinanza e quota 100 che, ha assicurato, resteranno come sono e non saranno rimodulati: “Sono misure di protezione sociale – ha affermato - E intendiamo conservarle perché è un adempimento nei confronti degli italiani. Una parola che è stata già impegnata e una promessa che sarà mantenuta”. Conte è poi tornato anche sul temuto aumento dell’Iva. Alla domanda se si sta pensando a un suo aumento selettivo, il premier ha risposto: "No, l'impegno solenne è disattivare le clausole di salvaguardia dell'Iva”. E spiega: "Stiamo lavorando a qualche modulazione ma con beneficio per gli italiani".

"Il diritto alla morte genera qualche dubbio"

Sul tema del fine vita, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha aperto al suicidio assistito, Conte ha aggiunto: "La materia sarebbe opportuno che si lasciasse al dibattito in Parlamento, che ci fosse un confronto serio e sereno. Da cattolico e da giurista non ci sono dubbi che l'uomo abbia il diritto alla vita. Esiste il diritto alla determinazione, ma pensare di scegliere di essere condotto alla morte da personale qualificato, questo genera qualche dubbio". E ha ribadito: "Bisogna fare una legge: ci sprona a farlo la stessa Corte costituzionale. Leggeremo la sentenza per intero quando tra un mesetto sarà depositata ma l'intervento della Corte non può sostituire un intervento legislativo. L'avevo detto anche quando ho chiesto la fiducia in sede di replica in Parlamento". "Ho sollecitato le forze politiche ad assumere l'iniziativa - ha spiegato il premier - anche perché su questi argomenti non mi sembra appropriata un'iniziativa governativa. Sono materie laceranti sul piano morale, con tante implicazioni anche filosofiche: farne una questione di governo no". (COSA SUCCEDE DOPO LA SENTENZA DELLA CONSULTA)

"Risorse da riduzione spread e taglio spese pubbliche"

Sull’Iva Conte ha aggiunto: “È un impegno robusto, un capitolo importante della nuova manovra economica: sono 23 miliardi ma lo abbiamo dato per scontato fin dall'inizio. Dobbiamo metterli sul tavolo". Da dove prendere le risorse? Conte spiega che “una cospicua parte di risorse la ricaviamo dalla riduzione dello spread, vari miliardi di questa manovra ci derivano dallo spread. Poi sicuramente abbiamo tagliato spese pubbliche improduttive, stiamo risistemando le tax expenditures".

"Sarà una manovra espansiva"

Il premier poi sottolinea che “stiamo lavorando a una manovra espansiva perché in momenti come quelli attuali abbiamo un calo dell'export per ragioni non dipendenti da noi e se i consumi interni calano e sono più contenuti, è il momento di una manovra espansiva", ha affermato.

"Flat tax per partite Iva resta, lavoriamo per incrementarla"

Conte si è soffermato anche sulla cosiddetta flat tax per gli autonomi e le partite Iva: "La conserveremo e cercheremo di incrementarla anche per i redditi superiori. Lavoreremo anche per introdurre un alleggerimento della pressione fiscale al di sopra di 65mila euro".

"Carcere per grandi evasori"

Sul tema della giustizia in materia di fisco, Conte ha spiegato che “c'è la volontà di colpire senz'altro i grandi evasori, non i piccoli evasori”, ha sottolineato il premier. “Il piano dell'evasione è un pilastro della nuova manovra, perché dobbiamo creare meccanismi sia attraverso la politica fiscale che il contrasto all'evasione per ricavare nuove risorse e in questo piano ci devono essere anche pene detentive per i grandi evasori".