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Conte: “Questa Europa è al canto del cigno. Il nostro governo non cadrà”

Politica

In un colloquio riportato da Repubblica e Corriere, il premier parla dopo le critiche ricevute a Strasburgo: “Molti di quelli che mi attaccano non verranno rieletti”. Sul suo ruolo: "Io sono vero leader, più di Salvini e Di Maio”. Sui gilet gialli: “Sono il nuovo”

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"Me li aspettavo, gli attacchi. Non prevedevo la scompostezza, le falsità. Ho avuto l’impressione che per alcuni parlamentari europei, il discorso di martedì sia stato un po' il canto del cigno". Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è tornato a parlare degli attacchi e delle critiche che gli sono stati rivolti da vari deputati durante il suo intervento all’Europarlamento. In un colloquio riportato dal “Corriere della sera” e da “Repubblica”, il premier spiega: "Il mio è un governo che esprime il cambiamento in atto in Italia e in Europa. Per questo mi hanno attaccato. Molti di loro sanno che non verranno rieletti. Sono figli di forze con una vecchia ispirazione. Il nuovo vento li spiazza. Ma dispiace solo che per colpirmi siano ricorsi a falsità, tipo che facciamo morire i bambini africani in mare o che difendiamo il venezuelano Nicolas Maduro”.

“Mio governo portatore di novità”

Conte ha proseguito dicendo di aver visto, “nella polemica contro di me, il tentativo di esorcizzare le novità di cui il mio governo è portatore. Tutti parlano di stabilità finanziaria, meno di stabilità politica e sociale. E si trascura il consenso interno altissimo che la mia maggioranza ha, altri Paesi no. Il premier socialista Pedro Sanchez, in Spagna, sta andando diritto verso il voto anticipato. In Belgio sul fiscal compact c’è stata una crisi di governo", ricorda il presidente del Consiglio, che assicura: "Nei quaranta minuti del mio intervento ho cercato di far capire lo stato di crisi dell'Unione Europea e di indicare le strategie per uscirne. Sono stato critico e costruttivo. Loro, invece, no. Doveva essere la loro vetrina, ma non l'hanno occupata bene".

I gilet gialli

Sulla crisi con la Francia a causa dell'incontro di Di Maio e Di Battista a Parigi con alcuni esponenti dei gilet gialli, Conte torna a specificare che Di Maio ha agito come capo politico M5s e non come vicepresidente del Consiglio, e loda Mattarella per la sua telefonata con Macron: "Il presidente Mattarella come sempre si è mosso molto bene. D'altronde, non pensavo che la polemica potesse protrarsi a lungo”. Secondo Conte, i “gilet gialli, per quanto in modo confuso e a volte sbagliato, cercano di interpretare quanto di nuovo si sta muovendo nella società francese, che piaccia o no. A Strasburgo, invece, ho visto riaffiorare la vecchia politica”.

Il Venezuela

Conte rivendica coerenza anche sulla gestione della crisi in Venezuela: “Non abbiamo mai appoggiato Maduro. D’altronde, se le elezioni non sono credibili né democratiche, il discorso finisce lì. Maduro non può pensare che si assecondi una deriva del genere. E, se permette, anche noi siamo stati sempre chiari».