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Conte minimizza ma sul suo curriculum restano dei punti da chiarire

Politica

Marco Di Fonzo

Giuseppe Conte (foto d'archivio: Ansa)

Da New York a Parigi, da Malta a Vienna sono molte le esperienze di studio quantomeno “gonfiate” o “abbellite” rispetto a quello che emerge dalla vita accademica e professionale del candidato alla presidenza del Consiglio di Lega e M5s. Il racconto della giornata

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Lui fa trapelare tutta la sua amarezza, spiegando che non c’è alcuna bugia e quindi nessuna necessità o intenzione di fare passi indietro. E che i tanti dubbi e stranezze emersi dal suo lunghissimo curriculum sono solo equivoci, senza alcuna falsificazione della realtà.

Eppure da New York a Parigi, da Malta a Vienna sono molte le esperienze di studio internazionale quantomeno “gonfiate” o “abbellite” rispetto a quello che emerge scavando nella vita accademica e professionale di Giuseppe Conte.

Partiamo dalla New York University. Nel suo curriculum online Conte scrive di aver soggiornato lì dal 2008 al 2012 ogni estate, per almeno un mese. Ma all'ateneo americano il suo nome non risulta, come ha svelato il New York Times, segno che al massimo può aver frequentato programmi di pochi giorni. Conte si giustifica spiegando che si trattava di una forma di visiting research che non viene abitualmente formalizzata. Ore in biblioteca, insomma, come quelle passate tra i libri della Sorbona, aggiunge il giurista pugliese. E anche dalla prestigiosa parigina per ora non confermano nulla sull'autocertificato soggiorno di ricerca nell'estate del 2000.

Dalla Francia all'Austria. È emerso che l'istituto viennese infilato nel curriculum è una semplice scuola di lingue, niente formazione giuridica. Dubbi e discrepanze vengono fuori anche sulla reale portata delle esperienze a Malta e a Cambridge. Nella cittadina inglese lui stesso riassume la sua permanenza citando un incontro, nel Trinity college, con un grande studioso di responsabilità civile per ricevere suggerimenti preziosi.

C'è poi il caso Stamina. “Ho solo assistito in giudizio due genitori disperati”, spiega Conte. Parliamo del 2013, quando si batté come avvocato perché il presunto metodo terapeutico continuasse ad applicarsi a una bambina toscana. Ma nessuno conferma che oltre all'assistenza legale si sia poi speso in prima persona per sostenere Stamina, sistema in seguito messo fuorilegge.

Infine, l'Espresso rivela un'ipoteca iscritta da Equitalia nel 2009 sull'abitazione romana di Conte. In ballo un mancato pagamento di una cartella da 52mila euro. Una storia di documenti non partiti in tempo, minimizza il suo commercialista, è tutto risolto e il professore non ha alcuna pendenza con il Fisco.