Nel caso in cui i partiti non riescano a trovare un accordo per un governo "neutrale", come chiesto da Mattarella, quella attuale sarebbe la legislatura più corta di sempre. E sarebbe la prima volta di due elezioni indette nello stesso anno
Il timing della crisi
Il Parlamento deve essere sciolto dal presidente della Repubblica tra i 45 ed i 70 giorni prima della data fissata per le elezioni Politiche. Per avere il minimo di 45 giorni previsto, così da consentire il voto l'8 luglio, dunque, le Camere andrebbero sciolte al massimo il 24 maggio. Tuttavia il ministero dell'Interno ha in più occasioni rilevato che affinché la macchina elettorale proceda spedita e senza intoppi, tra lo scioglimento delle Camere e il voto servono almeno 60 giorni: il che vorrebbe dire sciogliere le Camere il 9 maggio. A rallentare il complesso ingranaggio del procedimento elettorale sono soprattutto gli adempimenti relativi al voto degli italiani all'estero che si esercita per corrispondenza. Se si tornasse a votare l'8 luglio la prima seduta delle nuove Camere nella diciannovesima legislatura si terrebbe lunedì 23 luglio.
Il voto in autunno
Se le Camere venissero invece sciolte entro la metà di settembre, la finestra per tornare al voto sarebbe tra la fine di ottobre e la fine di novembre: in questo lasso temporale dovrebbero tenersi elezioni regionali in Trentino Alto Adige e in Basilicata. Se così fosse l'Italia voterebbe per la prima volta per le politiche in autunno: fino ad ora le elezioni si sono sempre tenute tra marzo e giugno tranne che nel 2013, quando si votò il 24 e 25 febbraio.