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Governo, secondo giro di consultazioni al Quirinale giovedì e venerdì

Politica
Il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Alla sua destra, Luigi Di Maio e, sotto, Matteo Salvini (ansa)

Ordine invertito, rispetto al primo giro. Il Movimento 5 Stelle sarà l'ultimo partito a essere ricevuto da Mattarella. Di Maio su un possibile incontro preventivo con il segretario del Carroccio: “La questione è molto semplice: ci vediamo per fare cosa?”

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Il Quirinale ha convocato il nuovo giro di consultazioni (COSA SONO) dopo quelle della passata settimana che si sono concluse con un nulla di fatto. Si terranno giovedì 12 aprile e venerdì 13. Per questo secondo round di colloqui, il Colle ha deciso di cominciare con i partiti e poi con le alte cariche dello Stato. Giovedì chiuderanno la giornata i 5 stelle, mentre il centrodestra unito rimarrà nella casella già assegnata alla Lega al primo giro.

Il calendario delle consultazioni

Giovedì 12 aprile si inizia alle 10 con il Gruppo Per le Autonomie (SVP-PATT, UV) del Senato della Repubblica. Poi alle 10.30 è il turno del Gruppo Misto del Senato della Repubblica e alle 11 quello del Gruppo Misto della Camera dei deputati. Alle 11.30 sale al Colle il Gruppo Liberi e Uguali della Camera dei deputati. Al pomeriggio si riprende alle 16.30 con i Gruppi del Partito Democratico del Senato e della Camera. Alle 17.30, arrivano i Gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia, del Senato e della Camera. Ultimo incontro alle 18.30, con i Gruppi MoVimento 5 Stelle del Senato e della Camera.

Gli incontri di venerdì 

Venerdì 13 aprile si riprende alle 10.30 con il Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Poi alle 11.15 è il turno del Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, e alle 12 quello del Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Ostacoli al colloquio Salvini - Di Maio

Intanto, a pochi giorni dal nuovo colloquio con il Capo dello Stato, Luigi Di Maio dice no ad un incontro con Matteo Salvini. "La questione è molto semplice: ci vediamo per fare cosa? Dobbiamo chiarire un paio di premesse, e valgono sia per il Pd sia per la Lega. Prima di tutto, qualunque tipo di contratto di governo partirà dai nostri temi. Poi inizierà la contrattazione con gli altri", ha detto il leader pentastellato, intervistato dal Fatto quotidiano all'indomani delle scintille con Matteo Salvini su un possibile esecutivo insieme

M5s-Lega, il nodo Berlusconi

Sull'incontro con Salvini, Di Maio precisa: "Vediamo. Ma se dobbiamo farlo per dirci Berlusconi sì, Berlusconi no, non serve. Io non voglio far saltare il tavolo, né con Lega né con il Pd. E voglio agevolare il lavoro del presidente della Repubblica nel trovare una maggioranza. Ma dobbiamo arrivare agli incontri con le condizioni giuste". Di Maio aggiunge che il segretario leghista dovrebbe capire che "la sua coalizione non gli vuole così bene, se voleva mandarlo a farsi impallinare. Per questo mi rivolgo alla Lega e non a tutto il centrodestra: perché è una coalizione che non esiste, in cui tutti dicono cose diverse".

Di Maio: "Mi rivolgo a tutto il Pd come a tutta la Lega"

Quanto all'apertura ai dem, Di Maio sottolinea: "Io mi rivolgo a tutto il Pd, come a tutta la Lega. Chiunque sottoscriverà il contratto di governo, dovrà garantire per tutto il suo partito. Non voglio spaccare nessuna forza politica o incentivare rotture".

Martina sul futuro del Pd

Intanto nel Partito democratico il reggente Maurizio Martina, in un'intervista radiofonica a Rtl, parlando del futuro del partito, dice: “Il tema non è andare oltre il Pd. Di tutto abbiamo bisogno tranne di formule divisive o di nuovi contenitori, e su questo siamo tutti d'accordo”.