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Autonomia: no a bozza governo, arriva controproposta Veneto-Lombardia

Politica

Le due Regioni non sarebbero soddisfatte del testo preparato da Roma per raggiungere l’intesa. Per questo i governatori starebbero pensando a una nuova proposta in 5 punti. Zaia: “Stiamo ancora lavorando”

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Veneto e Lombardia non sarebbero soddisfatte della bozza preparata dal governo per raggiungere l’intesa sull’autonomia con le Regioni. Per questo, i governatori Luca Zaia e Roberto Maroni starebbero preparando una controproposta in cinque punti. La lettera con il rilancio, da spedire a Roma in risposta alla bozza arrivata ai primi di febbraio, è stata anticipata dal Corriere del Veneto. Zaia, però, ha specificato: “Il gruppo di esperti sta ancora lavorando. È una bozza del Veneto, che non ha ancora avuto l'eventuale ok da parte della Lombardia”. Il governatore ha spiegato che si tratta di "osservazioni rispettose delle istanze del popolo veneto e del referendum sull'autonomia celebrato il 22 ottobre 2017, che ha visto 2.328.949 persone recarsi al voto, con una percentuale di Sì del 98 per cento". “Confermo – ha aggiunto il presidente del Veneto assicurando che la trattativa continua – che da parte nostra c'è la volontà di firmare qualora venissero accolte le nostre osservazioni”.

La controproposta

Nel testo della controproposta, scrive il quotidiano, si esprime “amarezza per un testo ‘identico’” spedito dal governo a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Cosa che, secondo la lettera, “contravviene la ratio del regionalismo differenziato” e la volontà “di cucire l’autonomia in ‘maniera sartoriale’ addosso alle specifiche esigenze” di ciascuna regione. Si punta il dito, poi, contro “la vaghezza” che caratterizzerebbe alcune materie. Tra i cinque punti che formano la controproposta, scrive il giornale, “il più importante è certamente quello dedicato alla modalità per l’attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie all’esercizio delle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”. Si chiede, continua, “la compartecipazione al gettito dei tributi erariali maturato nel territorio della Regione o una riserva di aliquota determinata sugli stessi”. Altro punto, è il “radicale superamento del criterio della spesa storica e l’individuazione di criteri che tengano conto delle specificità territoriali e confinarie” delle regioni.