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Gentiloni accusa la Raggi e sferza il Pd: non abbiamo ancora perso

Politica

Dopo un affondo sulla gestione del Campidoglio, il premier suona la carica di una sinistra che, al governo, può vantare risultati "straordinari". Intanto in Lombardia Liberi e Uguali dice no al candidato renziano Gori

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Matteo Renzi lancerà tra poche ore dal palco del Lingotto, dove è in corso l'assemblea degli amministratori dem, la sua sfida elettorale, dopo aver lasciato ieri il primo intervento al premier Gentiloni. "I giochi non sono fatti, dobbiamo vincere", ha detto il presidente del Consiglio, replicando su Roma agli attacchi di Virginia Raggi.

Liberi e Uguali dice no a Gori

E mentre Liberi e Uguali dice no al candidato renziano Gori in Lombardia mettendo in campo l'ex dem Onorio Rosati, le elezioni regionali entrano nella sfida interna al centrodestra, dato per favorito, tra Berlusconi e Salvini che punta a Palazzo Chigi. A mediare Giorgia Meloni, oggi in assemblea nazionale, che invita a frenare la corsa agli annunci. Per il Lazio si rafforza l'ipotesi di candidare il sindaco di Amatrice Pirozzi. Secondo l'agenzia di rating Dbrs "l'esito delle prossime elezioni in Italia difficilmente offrirà un vincitore chiaro". 

Gentiloni: abbiamo portato il Paese fuori dalla crisi

il premier Paolo Gentiloni, con il suo primo appuntamento di campagna elettorale davanti agli amministratori Pd riuniti al Lingotto di Torino. Dopo un affondo a Roma sulla gestione del Campidoglio, dal Piemonte il premier suona la carica di una sinistra che, al governo, può vantare risultati "straordinari" sull'immigrazione e nell'aver "portato il Paese fuori dalla crisi". E, auspicando una coalizione che includa anche la Bonino, rivendica al Pd i tratti di una sinistra "di governo", diversa dalla sinistra che del governo "ha paura" e tende a "rifugiarsi nel cantuccio" di idee del passato. Un esempio? Accusare il Jobs act dei problemi del lavoro, quando il problema e' "epocale, europeo e mondiale". Il premier invita il Pd a fare una campagna elettorale giocata sulla "credibilità", sulla capacità di dare "speranza" e anche sulla "ambizione" di proporre ancora una proposta di "cambiamento" per il futuro. A partire dai risultati raggiunti. Senza inseguire le proposte degli altri su temi come l'immigrazione ("No a chi vende fumo") o l'Europa: "Siamo convintamente europeisti, le elezioni - dice forse alludendo a Macron - si vincono su questo discrimine". Ma un nemico contro cui il Pd lotta è anche l'idea che nessuno possa vincere e si vada verso le larghe intese (magari con Gentiloni premier): "In gioco c'è il futuro. La vittoria conta" se il Pd vuole avere voce in capitolo e se il Pd non vince "non ci sono sconti".