Terrorismo, Gentiloni: "Neanche l'Italia al riparo da minaccia"
PoliticaIl presidente del Consiglio apre il meeting di Cl di Rimini con un pensiero rivolto a Barcellona e un appello a sostenere le forze dell'ordine. Alfano intanto è in Spagna. "La minaccia dell'Isis all'Italia? Non è la prima volta"
A pochi giorni dall'attentato sulla Rambla di Barcellona, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro degli Esteri Angelino Alfano esprimono la loro solidarietà alla Spagna. Il premier lo fa nel suo discorso al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Il ministro, invece, è andato a Barcellona per testimoniare la solidarietà dell'Italia e coordinare le attività antiterrorismo dei due Paesi.
Gentiloni: difenderemo la nostra libertà
"Credo che la 38esima edizione del meeting non possa che aprirsi anche da parte mia con un omaggio alla Catalogna e a Barcellona", definita "città splendida e amica". Così Paolo Gentiloni, citando in particolar modo le vittime italiane dell'attacco, ha iniziato il suo intervento a Rimini. Il presidente del Consiglio si è soffermato anche sull'odierna messa alla Sagrada Familia che "ha dato un messaggio di forza umana a tutta l'Europa". E sull'importanza del lavoro di contrasto al terrorismo islamico svolto dalle forze dell'ordine. "Daesh è stato sconfitto, ha perso la sua partita fondamentale che era quella di far diventare uno Stato la propria presenza terroristica, ma la sua minaccia continua e riguarda tutti. Io non credo alla propaganda di questo o quel sito jihadista, ma sono consapevole che nessun Paese e certo nemmeno l'Italia, può sentirsi al riparo da questa minaccia". Per questo, ha affermato il premier, "è decisivo che da tutti venga il sostegno alle forze dell'ordine, all'intelligence, ai militari impegnati per garantire la sicurezza". Insomma, "fare sentire il Paese unito attorno alle forze che lavorano per la sicurezza è altrettanto importante rispetto al ripetere che i terroristi non ci costringeranno a rinunciare alla nostra libertà. La difendiamo, lo facciamo ringraziando ogni giorno chi ci consente di vivere liberi".
Alfano a Barcellona
Nelle stesse ore il ministro degli Esteri Angelino Alfano è stato accolto, all'aeroporto di Barcellona, dal suo omologo spagnolo Alfonso María Dastis Quecedo. E qui ha espresso la sua profonda commozione e il cordoglio dell'Italia, Paese da sempre amico fraterno della Spagna. "I terroristi - ha affermato Alfano - attaccano il nostro bene più grande che è la libertà e noi dobbiamo difenderla con fierezza e orgoglio. Per difenderla è necessaria una risposta coordinata che metta insieme una strategia di intelligence, una strategia militare, una strategia culturale e il rafforzamento di tutte le norme che in tutti i Paesi contrastano il terrorismo". I due ministri hanno poi effettuato un colloquio approfondito sugli ultimi eventi legati al terrorismo islamico. "Stiamo lavorando – ha detto Alfano – a un piano di cooperazione coni i Paesi dell'altra sponda del Mediterraneo relativamente alla formazione comune delle loro agenzie di intelligence e proporremo un piano concreto per elevare i loro standard". Perché "noi, e parlo in particolare dell'Italia, abbiamo delle intelligence straordinarie, che a volte possono essere non sufficienti se non c'è la collaborazione di intelligence altrettanto efficienti dall'altra parte". Un messaggio nel complesso positivo, a cui Alfano aggiunge però la considerazione che "il rischio zero non esiste". Rispetto alla recente minaccia dell'Isis all'Italia, invece, il ministro degli Esteri afferma: "Non è la prima vota che Roma e l'Italia vengono minacciate: il nostro livello di attenzione era, rimane e resta altissimo".
Fiori sulla Rambla
Finito il colloquio, Alfano ha deposto una corona di fiori sulla Rambla, proprio nel luogo dell'attacco che giovedì 17 agosto è costato la vita a 13 persone, ferendone oltre 100. Il titolare della Farnesina si è poi raccolto in un momento di silenzio in memoria delle vittime. Il ministro è accompagnato anche dal governatore della Catalogna, Carles Puigdemont. Prevista anche una visita al consolato italiano, dove Alfano incontrerà le famiglie delle vittime e dei feriti, e una all'Hospital del Mar.