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Pisapia a Renzi: "Alleanza? Facciamo le primarie e vediamo chi vince"

Politica
Emanuele Fiano con Giuliano Pisapia

L'ex sindaco di Milano sfida l'ex premier; "Ci vuole discontinuità rispetto a quanto fatto fino ad ora. Da solo il Pd non è autonomo". Intanto si allontana l'ipotesi di un voto anticipato

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Il flop della riforma elettorale rimescola le acque del centrosinistra e ridà potere contrattuale a Giuliano Pisapia che, davanti alla prospettiva di una legge elettorale e delle urne a settembre, si stava adeguando all'idea di un'Alleanza a sinistra del Pd e senza il Pd. Ora, davanti alla prospettiva di elezioni nel 2018 con un Consultellum che al Senato favorisce le coalizioni, l'ex sindaco di Milano torna al dialogo con Matteo Renzi ma mette paletti pesanti, difficilmente digeribili dal leader dem: primarie di coalizione e intesa sui contenuti di un nuovo Ulivo che vada da Renzi agli ex compagni ora in Mdp.  "Matteo Renzi faccia le primarie se davvero vuole la coalizione di centrosinistra, poi vediamo chi le vince" dice durante un incontro organizzato da Radio Popolare a Milano con il deputato Pd Emanuele Fiano. Solo così secondo Pisapia ci può essere una coalizione "ampia e unita, che possa governare in futuro - ha aggiunto  -, ma ci vuole una discontinuità importante da parte del Pd rispetto a quanto fatto fino ad ora". "Crediamo nel centrosinistra  e stiamo lavorando per uno innovativo e capace di unire tutte le diverse anime - ha concluso -, anche perché da solo il Pd non è autonomo".    

Renzi tende la mano a Pisapia

Tra alti e bassi, Matteo Renzi non ha mai negato di volere Giuliano Pisapia nel 'Pd largo' che ha in mente, che vada da Calenda all'ex sindaco di Milano sfilando ad Ap elementi centristi, come i ministri Costa e Galletti. Un centrosinistra in un unico partito con cui, se il patto sulla legge elettorale avrebbe retto, Renzi puntava ad evitare, alle elezioni, l'emorragia a sinistra dopo la scissione del Pd. Ma l'aut aut, 'Pisapia si', D'Alema no', e soprattutto il modello proporzionale stava spingendo l'ex sindaco di Milano nelle mani di Bersani e Fratoianni.

Pisapia a un bivio

Ora il quadro cambia radicalmente anche perché la convinzione dentro il Pd è che il Fianum sia davvero morto e che nessuna legge elettorale potrà essere fatta in questo Parlamento. Soprattutto, spiegano fonti dem, "non ci azzarderemo più ad addentrarci in un sistema proporzionale che ci ha attirato gli strali di Romano Prodi, Walter Veltroni, Giorgio Napolitano", praticamente tutto il pantheon della sinistra. Per questo, anche se i due non si sarebbero ancora parlati, Renzi ha riaperto i canali con Pisapia. Che però alza la posta: primarie di coalizione come condizione per un'alleanza "ampia e unita" e "una discontinuità importante" da parte del Pd sul passato.

Si allontana ipotesi voto anticipato

L'impressione dei renziani, però, è che le difficoltà a questo punto siano di Pisapia, costretto ad un bivio tra il Pd e l'alleanza di chi, a sinistra, considera inimmaginabili un'intesa con i dem finché al comando c'è Matteo Renzi. "Non siamo noi a mettere veti - è l'analisi dei fedelissimi dell'ex premier - sono loro che non ci vogliono e Pisapia ora deve decidere se andare avanti in un progetto con D'Alema e Fratoianni con il rischio di ricreare la sinistra arcobaleno". Scenari che avranno tempo di maturare visto che anche i pasdaran a questo punto hanno capito che non ci sono più margini per il voto anticipato. L'ex premier ha chiesto ai suoi di smetterla con il balletto delle elezioni anticipate anche se tutti si rendono conto che la maggioranza è ormai sfilacciata, ai limiti dell'incomunicabilità, tra Pd, Ap e Mdp. E l'incidente parlamentare, quindi, rischia di succedere anche senza un trappolone orchestrato.