Dopo l'accordo, prosegue l'iter per la costruzione dell'impianto a Tor di Valle. I proponenti sperano di poter iniziare i lavori già nel 2017 e finirli in tre anni. Ma ci sono ancora nodi burocratici da risolvere. Chiesti da più parti chiarimenti su opere pubbliche. E Lotito ora vuole lo stadio della Lazio
Il giorno dopo il via libera della sindaca Virginia Raggi alla costruzione dello stadio della Roma a Tor di Valle, che i proponenti si augurano di poter inaugurare nel 2020, la questione continua a tenere banco nella Capitale. Il nodo principale, ora, riguarda le opere pubbliche collegate al nuovo impianto, l’iter e gli impegni finanziari. Il Pd capitolino, la Regione Lazio e il Codacons hanno fatto sapere che aspettano chiarimenti su questi punti e che vigileranno sul nuovo progetto. Oltre a critiche e complimenti, alla sindaca Raggi è arrivata anche la richiesta del presidente della Lazio Claudio Lotito. “Ci auguriamo consenta anche a noi la creazione del nuovo stadio”, ha detto il numero uno biancoceleste.
Serve nuova delibera - Dopo l’accordo tra Comune e proponenti, che hanno trovato l’intesa su cubature dimezzate e tre torri in meno, i passi verso la costruzione del nuovo stadio non sono finiti. Per dare l'ok anche formale al progetto rinnovato dello stadio, la maggioranza capitolina si prepara a votare in aula una delibera ad hoc che di fatto sostituirà la precedente delibera dell'amministrazione Marino. L'ok al documento, che dovrà essere elaborato dagli uffici competenti, potrebbe arrivare entro un mese, forse anche prima. In base a una interpretazione della legge sugli stadi, secondo il Campidoglio, non servirà un via libera separato a una variante urbanistica: la nuova delibera, infatti, autorizzerebbe 500mila metri cubi, cioè più cubature rispetto alle 350mila previste in quell'area dal piano regolatore ma la metà rispetto a quelle già autorizzate per il progetto precedente (un milione di metri cubi).
Lavori già nel 2017? - Se non ci dovessero essere ostacoli amministrativi o burocratici, secondo l’Ansa, i proponenti contano di poter posare la prima pietra del nuovo stadio già entro il 2017, con fine dei lavori e primo calcio di inizio tra il 2019 e il 2020. Superato lo scoglio Comune, però, restano altri ostacoli. Oltre alla Conferenza dei servizi, che dovrà esprimersi sull’argomento, sembra stia andando avanti anche l'iter del vincolo sull'Ippodromo di Tor di Valle avviato dalla soprintendenza competente. Dall'avvio del procedimento, che si chiude dopo 120 giorni, i proponenti del progetto hanno 80 giorni di tempo per le loro osservazioni.
Opere pubbliche “in due fasi” - Dell’intesa tra Comune e proponenti, per ora, sono filtrati pochi particolari. Soprattutto sulle opere pubbliche che dovrebbero accompagnare l’impianto. Tali opere, secondo voci uscite dall’incontro, saranno realizzate “in due fasi”. Le opere propedeutiche allo stadio, e dunque da realizzare subito, sarebbero il potenziamento della Roma-Lido, gli interventi sulla via del Mare, le opere di messa in sicurezza idrogeologica del fosso di Vallerano nell'area di Decima. Alla fase due, da realizzare successivamente, apparterrebbero il ponte aggiuntivo sul Tevere e la bretella sulla Roma-Fiumicino. A decadere, invece, sarebbe il prolungamento della metro B, da sempre osteggiato dal M5S a favore di un potenziamento della Roma-Lido, e alcuni interventi nel quartiere della Magliana giudicati non pertinenti allo stadio.
Regione, Pd e Codacons vigileranno - Proprio a causa della non chiarezza riguardo alle opere pubbliche, sono piovute diverse critiche sul M5S capitolino. “Mentre è stato detto chiaramente che le attuali cubature saranno ridotte in modo significativo, non si conoscono ad oggi le opere e le infrastrutture per garantire la mobilità, il miglioramento dell'ambiente e della qualità urbana. Su tutto ciò la Regione eserciterà il suo ruolo”, si legge in una nota dell'assessore alle Politiche del Territorio e alla Mobilità, Michele Civita. Assicura di vigilare su “iter amministrativi, impegni finanziari e opere pubbliche” anche il gruppo capitolino del Pd. “Su questi punti attendiamo chiarimenti. Il sindaco finalmente ha capito che lo stadio era una priorità dei romani. Ora Virginia Raggi garantisca l'esecuzione delle opere pubbliche”, si legge in una nota. Presa di posizione anche del Codacons che, fa sapere, valuterà “il progetto dello stadio e anche la possibilità di impugnarlo davanti al Tar. Affinché il progetto sia realmente utile ai cittadini e non rappresenti solo un regalo ai costruttori”.
Spalletti: “Bravi tutti” - Un plauso a Virginia Raggi, invece, è arrivato dall’allenatore della Roma Luciano Spalletti. “È stato raggiunto il massimo del risultato, bravi a tutti. Lo stadio è una cosa importante, penso sia un risultato straordinario per la città. Il sindaco, attraverso il dialogo, è riuscita a trovare tutela e soddisfazione per tutti. Ha fatto il massimo, ha fatto con grandissima competenza quello che è il suo lavoro”, ha detto.
Rientra la frattura dentro il M5S - Sul progetto del nuovo stadio rientra anche la frattura interna al M5S. La deputata Roberta Lombardi, una degli esponenti pentastellati più critici, su Twitter ha scritto: “Stracciato il progetto iniziale. Dimezzate le cubature extra-stadio. Nessun grattacielo. Questo è uno #StadioFattoBene, brava Virginia Raggi”. Soddisfazione espressa anche da Luigi Di Maio (“I problemi di povertà delle periferie restano, ma abbiamo dimostrato che quando lo Stato fa lo Stato non ci si inchina ai costruttori e ai palazzinari. Lo stadio si farà ma secondo le nostre regole”) e Alessandro Di Battista (“A Roma gli ‘inesperti’ del M5S sono entrati. Hanno trovato una situazione disastrosa. Si sono messi al lavoro e stanno ottenendo risultati”).
Lotito chiede uno stadio per la Lazio - Oltre a critiche e plausi, però, alla sindaca Virginia Raggi è arrivata anche la richiesta di un altro stadio. “Prendiamo atto che la sua amministrazione ha superato i vincoli e ha raggiunto un accordo con la Roma per la realizzazione del nuovo stadio giallorosso. Ci aspettiamo che applichi par condicio nei confronti degli innumerevoli tifosi biancocelesti e consenta la creazione del nuovo impianto della Lazio”, ha fatto sapere alla prima cittadina il presidente biancoceleste Claudio Lotito. Il riferimento è a un progetto presentato anni fa per un impianto da costruire in zona Tiberina. “Lo Stadio Flaminio – si legge in una nota della società – non ha alcun requisito e condizione oggettiva per essere lo stadio della Lazio. Siamo fiduciosi e certi che l'intera amministrazione comunale di Roma non creerà discriminazioni tra i cittadini romani in base alla fede calcistica e che Virginia Raggi e la sua giunta sicuramente consentiranno di costruire, anche per gli appassionati sostenitori dei colori biancocelesti, il proprio stadio, secondo i propri criteri di localizzazione, di efficienza e di qualità dell'impianto”. Per la sindaca di Roma, finita in ospedale per lo stress accumulato, neanche un attimo di respiro e già una nuova gatta da pelare.