Fissata la data: le primarie saranno il 30 aprile. Emiliano: "Liberiamoci di ipocriti, incoerenti, disonesti". Orlando: "Raccogliere rabbia espressa con referendum". I fuoriusciti, intanto, presentano il nuovo movimento. Vasco Errani invece lascia il partito: serve nuovo campo centrosinistra
Ora che la data delle primarie del Pd è stata fissata, si vota il 30 aprile e il nuovo segretario sarà proclamato dall’Assemblea nazionale il 7 maggio, si accende la sfida tra i tre pretendenti alla poltrona di leader. Nel centrosinistra, poi, prende forma il progetto di quelli che il Partito democratico hanno deciso di lasciarlo. Il nome scelto da Enrico Rossi e Roberto Speranza per il nuovo movimento è “Democratici e Progressisti”.
Il nuovo movimento - La presentazione del nuovo movimento è oggi a Roma. Nei prossimi giorni nasceranno anche i gruppi parlamentari autonomi. Oltre ai fuoriusciti dal Pd, si è unita al progetto anche una pattuglia di ex Sel, uscita da Sinistra italiana, guidata da Arturo Scotto e Massimiliano Smeriglio. “Vogliamo batterci per costruire un nuovo centrosinistra nel nostro Paese. Libero da smanie autoreferenziali, aperto e plurale”, ha spiegato Speranza.
La presentazione di "Democratici e Progressisti". FOTO
Vasco Errani lascia il Pd: serve un nuovo centrosinistra - L'ex presidente dell'Emilia Romagna e commissario per la ricostruzione post terremoto, Vasco Errani, sceglie invece di lasciare il Partito democratico ma non ritiene la rottura definiva, bensì un possibile arrivederci. “Non me la sono sentita di stare in una posizione comoda, di stare nascosto. Sento tutto il peso della responsabilità di questo” afferma. “C'è bisogno di un nuovo campo del centrosinistra – afferma - Vado dentro a nuova avventura, si tratta invece di provare a dare contributo per ritrovarci in un nuovo progetto diverso da Ulivo e Pd ma con quella ispirazione. Perché io ho solo quella ispirazione".
Il post di Emiliano - Tornando alla corsa a segretario del Pd, a lanciare l’ultima sfida è Michele Emiliano. Lo fa con un post su Facebook. “Cambiamo il Pd per costruire un Paese forte e onesto che fa poche chiacchiere e tanti fatti. Liberiamoci degli ipocriti e degli incoerenti, ma soprattutto di disonesti, affaristi e uomini di potere”, scrive il presidente della Regione Puglia.
Orlando: ripartire dal referendum - E mentre il segretario uscente, Matteo Renzi, è rientrato in Italia dalla California e prepara la sua strategia, sulla corsa a segretario si esprime anche il terzo contendente, Andrea Orlando. “Non mi candido contro nessuno, mi candido per guidare il Pd perché penso di avere delle idee e delle proposte per far andare avanti il Pd che oggi attraversa una fase di difficoltà”, ha detto il ministro della Giustizia. E ancora: “C’è bisogno di una riflessione e io mi sforzerò in queste poche settimane di mettere in campo progetti e idee che raccolgano la difficoltà e quella rabbia sociale, quella disperazione anche, che si è espressa con il referendum, perché non credo che quel voto fosse riconducibile soltanto a un giudizio sulla riforma".