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Chi è Michele Emiliano, il magistrato che sfida Renzi

Politica
Michele Emiliano. Foto LaPresse

Due volte sindaco di Bari e presidente della Regione Puglia dal 2015, ha deciso di rimanere nel Pd per battere l’ex premier alle primarie e riunificare il partito 

 

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È l’uomo che ha deciso di sfidare Matteo Renzi. E che ha lasciato Speranza e Rossi per rimanere nel Pd, proprio perché - dice - l’ex premier “era felice che me ne andassi”. Michele Emiliano, presidente della regione Puglia dal 2015, ha un programma preciso, come ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera: battere Renzi - che giudica “anaffettivo” - alle primarie e riunificare il partito. Il Pd, ha detto, rimane “casa mia, casa nostra”, la vera sede della sinistra italiana, quella in cui Emiliano milita dal 2003, quando accettò di candidarsi a sindaco di Bari.

 

La carriera da magistrato e la decisione di entrare in politica - Michele Emiliano, che oggi ha 57 anni, è nato e cresciuto a Bari. Qui si laurea in giurisprudenza nel 1983. Dopo un periodo di praticantato, supera il concorso di magistratura - a 26 anni - e si trasferisce ad Agrigento dove lavora per la Procura di Giovanni Falcone e Rosario Livatino. Nella sua carriera da magistrato si occuperà principalmente di lotta alla mafia: prima a Brindisi, poi a Bari come sostituto procuratore della Dda. Conserva l’incarico fino al 2003, quando sceglie di tentare la strada della politica e si candida come sindaco di Bari con la coalizione di centrosinistra. Alle elezioni del 2004 Emiliano vince.

 

All’interno del Pd - Emiliano entra nel Pd nel 2007, quando è eletto segretario regionale del partito. Ricoprirà la carica fino al 2009, quando diventa presidente regionale del Pd in Puglia. Nello stesso anno si ricandida a sindaco di Bari, e vince nuovamente le elezioni, questa volta al ballottaggio. Come sindaco, Emiliano si è concentrato sullo sviluppo di nuove infrastrutture in città e dello sviluppo della mobilità urbanistica e sostenibile, con la realizzazione di nuove piste ciclabili e servizi di bike sharing. Inoltre, durante la sua amministrazione, lo storico teatro Petruzzelli di Bari, devastato da un incendio, è tornato a disposizione della città. Nel corso del suo mandato, ha ricoperto per l’Anci le deleghe in materia di Politiche per il Mezzogiorno e di Coordinatore dei Sindaci delle Città Metropolitane. Nell’aprile 2007 ha assunto anche la carica di presidente del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Bari. Nel giugno 2014, inoltre, viene nominato assessore alla Legalità e Polizia municipale nel Comune di San Severo, a titolo gratuito. Ma l’incarico durerà poco: il 31 maggio 2015, sostenuto da una coalizione di centrosinistra, Emiliano viene eletto presidente della Regione Puglia, ruolo che ricopre ancora oggi.

 

Tra politica e magistratura: il procedimento disciplinare del Csm - Lo scorso gennaio, il Consiglio superiore della magistratura ha avviato un processo disciplinare nei confronti di Emiliano. Il motivo: un magistrato non può fare politica, anche se in aspettativa o fuori ruolo. Il problema starebbe proprio nel fatto che il presidente della Puglia, che negli ambienti politici milita da più di dieci anni, è ancora un magistrato. Il giudizio, in un primo momento, era atteso per il 6 febbraio, ma è slittato a maggio perché Emiliano ha cambiato difensore e ha scelto di affidarsi al procuratore capo di Torino Armando Spataro.

 

Il progetto di una Lega Sud - Emiliano è, insieme al sindaco di Napoli De Magistris, uno dei più convinti sostenitori di un progetto di coordinamento tra Regioni e Città Metropolitane del meridione. Un primo passo è stato fatto con la creazione del Partito del Sud - che ha appoggiato Emiliano proprio durante la sua candidatura a “sindaco di Puglia” - ma l’idea di base resta quella di una Lega. “Questo sì sarebbe un partito con un grosso potenziale”, ha ribadito Emiliano in questi giorni, perché “al Sud la gente quando vede le bandiere del Pd prende la croce come davanti ai vampiri”. Ma il presidente della Puglia continua a definirsi anche uno di quelli che “ha sempre lavorato per la Repubblica” e che sa che le Leghe dividono il Paese, anziché unirlo. 

 

Le contrapposizioni con Renzi - I dissensi fra Emiliano e l’ex premier risalgono a molto prima dell’ultima spaccatura all’interno del Pd. Il presidente della Puglia, lo scorso anno, durante i dibattiti sul referendum costituzionale del 4 dicembre, si era sempre espresso a favore del “No”. Prima ancora, in occasione di un altro referendum, quello sulle trivellazioni nelle acque nazionali, Emiliano aveva definito “illegale” l’invito all’astensione dell’ex premier.