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Voto e legge elettorale, si lavora alla road map

Politica

Renzi in pressing: o si arriva entro il 13 febbraio ad un accordo tra i partiti o si va alle urne al più presto. D’Alema prepara la scissione e punta al 10%. L’ipotesi di un listone unico scuote il centrodestra

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Road map con un unico obiettivo: andare al voto. Quando, ma soprattutto come, sono i grandi nodi da sciogliere. I renziani puntano a un'accelerazione per il voto a fine aprile, anche se scommettono più realisticamente su giugno. E l'avversario Massimo D'Alema si prepara già a una corsa in solitaria: "Il giorno in cui senza cambiare la legge elettorale Renzi chiedesse a Gentiloni di dimettersi per andare al voto - afferma - la reazione sarebbe preparare un'altra lista. E se nella sinistra si formerà un nuovo partito supererà il 10% dei voti: ho fatto fare delle ricerche".

 

Mattarellum o disegno di legge “blindato” – Nei prossimi giorni Renzi farà il punto al Nazareno con i dirigenti Dem sull'iter da seguire per un confronto con gli altri partiti sulla legge elettorale. Si parte dal Mattarellum, con la disponibilità a discutere di altre soluzioni, ma prevale lo scetticismo sulla possibilità di intervenire in Parlamento: si rischia la palude, dicono fonti Dem. Dunque, se con FI (dei Cinque stelle ci si fida poco) si giungesse a un'intesa, si potrebbe valutare di portare il testo in Parlamento e blindarlo con una "fiducia tecnica".

 

Leggi scritte della Consulta - Ma l'ipotesi più quotata è che si voti con le leggi così come scritte dalla Consulta (le differenze tra Camera e Senato: SCHEDA). E il momento delle scelte è già fissato alla direzione del 13 febbraio (o qualche giorno dopo, se le motivazioni della Consulta tardassero ad arrivare).

 

Salvini: si voti entro primavera – Le opposizioni, intanto, ribadiscono la posizione più volte annunciata: si vada al voto il prima possibile.  "Io posso spingere dall'opposizione perché si voti entro la primavera, e penso si voti entro la primavera” ha affermato il leader della Lega Matteo Salvini.

 

Ipotesi di "listone" del centrodestra -  A scuotere il centrodestra, però, è l'ipotesi di un listone unico. L'ala Salvini-Meloni e quella del Cavaliere restano ancora distanti su questa proposta. Tuttavia l'eco della manifestazione di sabato nella Capitale e soprattutto i continui rumors di un voto probabile già a primavera stanno mettendo in moto le diplomazie tra le forze politiche che in passato formavano la Casa delle Libertà.

Alcuni sondaggi fanno capire che se il Pd e il M5s possono contare rispettivamente su un terzo dei voti ciascuno, il centrodestra si contende la stessa quota di voti, ma si presenta diviso tra Fi e Lega più o meno sulla stessa cifra, attorno al 12-13%, a cui aggiungere il 5% di Fratelli d'Italia.