Il dopo Berlusconi: riuscirà Monti a pacificare l'Italia?

Politica
Mario Monti
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Una manifestazione di piazza da molti criticata per i toni scomposti, politici che rispondono ai contestatori con gestacci e altri che evocano piazzale Loreto. Così, mentre si moltiplicano gli appelli alla sobrietà, l'Italia si prepara alle larghe intese

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di Giulia Floris

Le ultime schermaglie in Aula tra Cicchitto (guarda il video) e Franceschini (guarda il video)  a poche ore dalle dimissioni di Berlusconi. Una piazza festante e esasperata, che ha accolto con esplosioni di gioia (e cori di insulti) la notizia della fine del governo, per la quale si sono evocate le monetine di craxiana memoria e perfino piazzale Loreto.
Il tramonto del berlusconismo, perlomeno per come l’abbiamo conosciuto finora, si consuma in una Italia quanto mai risentita e divisa, tanto che appare difficile immaginare il clima di serenità che dovrebbe fare da sfondo a un governo tecnico di larghe intese sostenuto dal Pdl come dal Pd.  Così, all’indomani delle dimissioni del premier e della reazione, da molti giudicata scomposta, della piazza, gli inviti degli esponenti politici sono tutti alla sobrietà.

"In momenti di tensione e difficoltà come questo io mi auguro che il Pdl eserciti il massimo della responsabilità. Il Pd, con molta generosità e lungimiranza politica, lo sta facendo. Ed è necessario che anche nell'opinione pubblica prevalga un sentimento di sobrietà utile ad attraversare con spirito costruttivo queste convulse giornate" dice la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. "Si devono festeggiare le dimissioni di Berlusconi, ma con sobrietà", le fa eco la deputata del Pd Marina Sereni. E anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia festeggia la fine del governo evocando la parola chiave: “Milano aveva aperto la strada! Oggi è terminata un'epoca: fine degli illusionisti e della seconda repubblica. Cominciamo bene la terza con rigore, concretezza e giustizia sociale. La serietà, la sobrietà, la passione civile che ci hanno portato a Palazzo Marino e il risveglio del 'popolo arancione', stanco di essere umiliato, hanno contagiato il Paese. E dunque, Italia Buongiorno!”.
“Sì appunto, sobrietà, ditelo a Franceschini” risponde al sindaco di Milano un utente su twitter. Franceschini che, sul social network, dal suo account, rilancia un video proprio con le immagini delle piazza festante.

E da destra è un coro unanime di condanna per quelle immagini (da cui sembra prendere le distanze anche Nichi Vendola, che afferma: "I potenti si sfidano quando trionfano, non quando soccombono. Non bisogna andare alla ricerca del capro espiatorio").
"Trovo comprensibile per chi è di sinistra festeggiare. Noi stessi siamo andati a festeggiare quando è caduto Prodi, ma mi sorprende e un po' mi indigna che si vada a insultare Berlusconi sotto casa o davanti alla casa del Capo dello Stato. Questo noi non l'abbiamo mai fatto" ha detto il ministro della Difesa uscente, Ignazio La Russa.
“Le manifestazioni incivili svoltesi sabato non sono un episodio banale perché esse hanno come retroterra la nostalgia e anche l'aspirazione di realizzare una sorta di nuovo Piazzale Loreto non solo come precedente storico ma come reale categoria dello spirito di una parte della sinistra" attacca Cicchitto, con toni che non mirano certo a gettare acqua sul fuoco. Come sobria non è stata la reazione alle contestazioni del solitamente più pacato Formigoni, che ha risposto agli attacchi con i gestacci espliciti a cui ci ha già abituato Bossi. Stessa gestualità, per rispondere alle contestazioni di sabato sera, anche da parte di Sacconi, mentre Di Pietro, dall’altre parte della barricata, ha sfoggiato un altrettanto inelegante gesto dell’ombrello rivolto a Berlusconi, mentre gridava "A casa finalmente".

Una lettura di questo clima a dir poco esasperato l’aveva data, il 20 ottobre, ospite di Otto e mezzo su La7, proprio il premier designato Mario Monti, quando il suo nome per la guida di un ipotetico governo tecnico era ancora solo una suggestione (guarda il video, dal minuto 22.40).
Negli ultimi anni – diceva Monti quasi un mese fa - il sistema bipolare ha aggravato alcuni difetti della società civile […]  Il bipolarismo così come è stato interpretato ha esasperato l’astio e la demonizzazione dell’avversario e questo si è tradotto nella società civile”. “E ci sono delle divisioni – continuava - che, anche se scomparissero tutti i protagonisti della attuale scena politica resterebbero lì”.
L’auspicio del professore era allora che potesse aprirsi per il nostro Paese una fase di “collaborazione tra le parti politiche contrapposte”, nella quale governare per i partiti fosse visto come "un obbligo che fa perdere voti e non un beneficio".
Ora, resta da vedere se il professore riuscirà nell’impresa, impresa resa ancora più difficile dal fatto che da lui ci si aspettano misure impopolari (da qualsiasi parte politica si vedano), fatte di tagli e sacrifici per far tornare i conti.

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