Intercettazioni, Alfano: "Tornare al testo della Camera"
PoliticaIl governo, attraverso le parole del Guardasigilli, sembra fare un passo indietro sul ddl: "Il documento sul quale era stata posta la fiducia è un buon compromesso". Per il ministro si punta a che "ci sia sempre un buon motivo per intercettare"
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"Il ddl intercettazioni messo a punto dalla Camera dei deputati e sul quale il governo aveva messo la fiducia è senz'altro un buon compromesso". Lo ha detto il Guardasigilli, Angelino Alfano, prima di entrare in commissione giustizia del Senato che sta esaminando il ddl intercettazioni.
La maggioranza, insomma osserva Alfano, punta a che "ci sia sempre un buon motivo per intercettare" e che i controlli delle conversazioni "non siano senza limiti di tempo".
Il ministro ha quindi fatto un riepilogo degli interventi fatti dal governo e dal relatore prima sul testo licenziato dalla Camera e poi su quello messo a punto, sino ad ora, dalla commissione giustizia del Senato. Dalle parole del Guardasigilli, in sintesi, si è capito che il governo sarebbe pronto a fare un passo indietro per quanto riguarda la pubblicazione degli atti di indagine. Alfano, infatti, ha parlato dell'ipotesi di prevedere la pubblicazione "per riassunto degli atti dei processi". Ma il governo sarebbe intenzionato a restare sui "gravi indizi di reato", introdotti nell'esame del ddl a palazzo Madama.
"Su questi aspetti - sottolinea il ministro - rifletteremo ulteriormente nel passaggio dalla commissione all'aula". "Comunque - afferma ancora il Guardasigilli - non vogliamo mettere il bavaglio a nessuno. Le intercettazioni si potranno effettuare solo se c'è un buon motivo e con limiti di tempo precisi. Se l'opposizione si immagina che noi rinunciamo al diritto alla privacy, si sbaglia di grosso. Se invece pensano anche loro di poter contribuire a migliorare il testo senza ledere alcuno dei diritti che noi intendiamo tutelare, da quello alla privacy a quello all'informazione, credo che si potrà trovare un compromesso".
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"Il ddl intercettazioni messo a punto dalla Camera dei deputati e sul quale il governo aveva messo la fiducia è senz'altro un buon compromesso". Lo ha detto il Guardasigilli, Angelino Alfano, prima di entrare in commissione giustizia del Senato che sta esaminando il ddl intercettazioni.
La maggioranza, insomma osserva Alfano, punta a che "ci sia sempre un buon motivo per intercettare" e che i controlli delle conversazioni "non siano senza limiti di tempo".
Il ministro ha quindi fatto un riepilogo degli interventi fatti dal governo e dal relatore prima sul testo licenziato dalla Camera e poi su quello messo a punto, sino ad ora, dalla commissione giustizia del Senato. Dalle parole del Guardasigilli, in sintesi, si è capito che il governo sarebbe pronto a fare un passo indietro per quanto riguarda la pubblicazione degli atti di indagine. Alfano, infatti, ha parlato dell'ipotesi di prevedere la pubblicazione "per riassunto degli atti dei processi". Ma il governo sarebbe intenzionato a restare sui "gravi indizi di reato", introdotti nell'esame del ddl a palazzo Madama.
"Su questi aspetti - sottolinea il ministro - rifletteremo ulteriormente nel passaggio dalla commissione all'aula". "Comunque - afferma ancora il Guardasigilli - non vogliamo mettere il bavaglio a nessuno. Le intercettazioni si potranno effettuare solo se c'è un buon motivo e con limiti di tempo precisi. Se l'opposizione si immagina che noi rinunciamo al diritto alla privacy, si sbaglia di grosso. Se invece pensano anche loro di poter contribuire a migliorare il testo senza ledere alcuno dei diritti che noi intendiamo tutelare, da quello alla privacy a quello all'informazione, credo che si potrà trovare un compromesso".
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