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Migranti, due bambini morti ustionati su barcone: aperta inchiesta

Sicilia
©Ansa

In un primo momento si era diffusa la notizia dell'esplosione di una bombola, ma se fosse stata questa la causa, il barchino sarebbe colato a picco e le vittime sarebbero state molto più numerose. Verosimilmente è andato a fuoco uno dei bidoni di benzina che era la scorta di carburante

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Due bambini di uno e due anni, un maschio e una femmina, sono morti a bordo di un barchino di migranti al largo di Lampedusa, diretto verso le coste siciliane. I piccoli sono deceduti a causa di gravissime ustioni riportate in una forte esplosione. Altre persone sono rimaste ferite nell'incendio: la più grave è una donna di 25 anni, incinta, che è stata intubata e trasportata in elisoccorso al Civico di Palermo. Sarebbe la madre di una delle due vittime. Secondo le testimonianze dei migranti la madre dell'altro bimbo deceduto sarebbe invece dispersa in mare. 

La Capitaneria di porto ha aperto un'inchiesta per stabilire cosa abbia innescato l'incendio.

I feriti

Insieme alla donna intubata sono stati trasportati d'urgenza a Palermo un bimbo di due anni con ustioni in tutto il corpo e un ragazzo con ustioni alle gambe. Altri due migranti, un uomo e una donna, meno gravi, sono stati trasferiti in elisoccorso al Centro Grandi ustioni di Palermo dopo una valutazione delle condizioni cliniche fatta dai medici del Poliambulatorio di Lampedusa. 

Intanto hanno avuto accesso all'hotspot di Lampedusa 28 dei 38 migranti che erano sul barchino soccorso dalla Capitaneria di porto. Le salme dei due bambini sono state invece già portate nella camera mortuaria del cimitero, a Cala Pisana.

La tragedia

In un primo momento si era diffusa la notizia dell'esplosione di una bombola, ma se fosse stata questa la causa, il barchino non sarebbe rimasto alla deriva ancora galleggiante e le vittime sarebbero state molto più numerose. La polizia sta cercando di accertare le cause dell'incidente. Due le ipotesi: l'esplosione del motore che avrebbe investito i due bimbi, che erano vicini e che sono morti carbonizzati, oppure lo scoppio delle taniche del carburante provocato da una scintilla del motore, che i migranti stavano cercavano di riavviare, rimasto in panne durante la navigazione.

La ricostruzione della Guardia costiera

L'imbarcazione a bordo della quale hanno perso la vita i due bambini era stata segnalata in difficoltà questa mattina "in area di responsabilità Sar maltese, in prossimità dei limiti dell'area Sar italiana" da un motopesca tunisino che ha contattato la Guardia costiera di Lampedusa. Lo riferisce la stessa Guardia costiera. In accordo con le Autorità maltesi - che hanno coordinato l'invio di mezzi - una motovedetta della Guardia costiera di Lampedusa è stata inviata sul posto e ha recuperato 38 migranti, parte dei quali già soccorsi dal peschereccio, tra cui anche i corpi privi di vita di due minori. Il motopesca tunisino, intervenuto per primo in soccorso, prosegue la Guardia costiera, "ha riferito di un'esplosione avvenuta a bordo del barchino. I migranti soccorsi sono giunti a Lampedusa mentre, al momento, risulterebbe dispersa ancora una donna. Un aereo ed una motovedetta della Guardia Costiera sono impegnati nelle operazioni di ricerca".

L'inchiesta

Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato sono le ipotesi di reato avanzate dalla Procura di Agrigento che coordina l'inchiesta aperta dalla Guardia costiera. "Ci sono due bambini piccolissimi morti bruciati e diversi feriti - conferma il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella - . I migranti sono stati trasbordati sulle unità di soccorso e il barchino è stato lasciato alla deriva ancora galleggiante". 

Il sindaco Filippo Mannino: "L'Europa intervenga"

"Il presidente della Commissione Europea venga a Lampedusa a vedere quello che succede. E' un inferno. Sono sindaco da appena 100 giorni e ho già contato 5 morti". Lo ha detto il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, appresa la notizia dell'ennesima tragedia che si è registrata nelle acque antistanti a Lampedusa. "L'Europa deve fare immediatamente qualcosa, non è più possibile far morire la gente", ha aggiunto, sotto choc, Mannino che si trova a Linosa per una inaugurazione.

Unicef: "E' un giorno tristissimo"

"Da dieci anni bambine e bambini innocenti muoiono di fame, di sete, ustionati, annegati in mare. E' il grande genocidio nel Mediterraneo di questo secolo": lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce dell'UNICEF Italia. "Anche stavolta, come in passato, siamo spettatori inermi. Fanno male certe notizie, proviamo tanta rabbia e tristezza per questi 10 anni di colpevole indifferenza. Non scrivo più neanche basta. Mi inginocchio e chiedo scusa. Spero lo facciano anche i più umani tra i leader europei che sono prima di tutto padri e madri e tutti gli uomini e le donne che hanno a cuore l'umanità - prosegue - E' un giorno tristissimo", conclude Iacomini.