L'uomo è stato indicato da numerosi i collaboratori di giustizia quale soggetto appartenente al clan Emmanuello, nel quale avrebbe ricoperto il ruolo di reggente fin dalla morte del boss Daniele Emmanuello, avvenuta nel 2007, assumendo anche il ruolo di coordinamento degli affari del clan
Beni per mezzo milione di euro sono stati confiscati a un imprenditore di Gela, in provincia di Caltanissetta. La confisca nei confronti dell'uomo, M.T. di 50 anni, è stata eseguita dalla divisione Polizia anticrimine della questura di Caltanissetta, su decreto emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale. Il provvedimento rientra nelle misure di prevenzione a carico dell'imprenditore. Alcuni beni intestati alla moglie e a familiari sono riconducibili all'uomo. Quest'ultimo, già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza e pluripregiudicato per diverse tipologie di reato, è stato indicato da numerosi i collaboratori di giustizia quale soggetto appartenente al clan Emmanuello, nel quale avrebbe ricoperto il ruolo di reggente fin dalla morte del boss Daniele Emmanuello, avvenuta nel 2007, assumendo anche il ruolo di coordinamento degli affari del clan.
La confisca
La confisca riguarda un allevamento di ovini e caprini e dell'intero complesso aziendale, 15 terreni e quattro fabbricati, tutti nel territorio di Gela, 2 depositi a risparmio e 2 conti correnti. Dalle indagini sarebbe emerso che il valore dei beni risultava sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e alle ulteriori entrate lecite, "dovendo quindi concludere - si legge nella nota della questura - che erano il frutto delle attività illecite e ne costituivano, comunque, il reimpiego". Nel novembre 2019 il questore di Caltanissetta aveva avanzato proposta per il sequestro dei beni che era stato poi disposto dal tribunale di Caltanissetta. L'uomo è stato condannato a otto anni di reclusione per associazione di tipo mafioso nel luglio 2010, condanna confermata in appello e divenuta irrevocabile nel settembre 2013. Sempre con sentenze irrevocabili è stato condannato per ricettazione, detenzione e porto di armi da sparo, furto e pascolo abusivo.