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Palermo, mafia: confisca definitiva beni per 10 milioni a imprenditore

Sicilia

È stata dichiarata l'irrevocabilità della confisca disposta nel 2017 e il patrimonio, riconducibile a Cosa Nostra, è entrato a far parte del patrimonio dello Stato

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Confiscati definitivamente beni per circa 10 milioni di euro a un imprenditore, ritenuto un elemento di spicco del mandamento mafioso di Acquasanta a Palermo.

Le indagini

L'attività di indagine, per l'individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti a Cosa Nostra, svolta dal nucleo Investigativo dei carabinieri di Palermo, aveva già portato nel 2017 all'emissione, da parte del tribunale di Palermo - Sezione Misure di Prevenzione, di un provvedimento di confisca di beni per un valore complessivo attualmente stimato in circa 10 milioni di euro, a carico di Vincenzo Graziano, classe.1951, imprenditore, al momento detenuto. Con il provvedimento di oggi è stata dichiarata l'irrevocabilità della confisca e il patrimonio, riconducibile a Cosa Nostra, è entrato a far parte, in maniera definitiva, del patrimonio dello Stato.

Il provvedimento

La confisca è scattata per l'intero capitale sociale e relativo complesso di beni aziendali delle società A.F.G. Costruzioni srl, M.G. Costruzioni srl, Costruzioni Generali srl, tutte con sede a Palermo, e l'intero capitale sociale e relativo complesso di beni aziendali delle società A.G. Costruzioni srl, Immobiliare Tre s.r.l., entrambe con sede a Tavagnacco (Udine). Confiscati tre magazzini, un garage, tre abitazioni, un appezzamento di terreno a Palermo, un altro appezzamento di terreno a Trabia; un'abitazione a Cinisi, otto autorimesse a Martignacco, otto abitazioni e due appezzamenti di terreno a Martignacco. Confiscati anche due motocicli, un'imbarcazione, una quota di mezza di imbarcazione e 30 rapporti bancari.

Le condanne precedenti

Graziano nel 1996 è stato condannato a otto anni di reclusione per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa e nel 2009, in continuazione per lo stesso titolo di reato, a ulteriori cinque anni. Nel 2014 è stato nuovamente, tratto in arresto nell'ambito dell'operazione di polizia "Apocalisse", condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo, sempre per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa e condannato a 10 anni di reclusione. Infine, nel 2016, è stato condannato a tre anni e nove mesi di reclusione per i reati di riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti, peculato e intestazione fittizia di beni.