Nei confronti dell'uomo è stato emesso un provvedimento della procura di Siracusa per omicidio volontario, ipotizzando il pericolo di fuga
È stato fermato Massimo Cannone, il marito della 45enne Naima Zahir uccisa l'11 marzo nella loro abitazione di Lentini, in provincia di Siracusa. Il fermo è stato eseguito da personale della squadra mobile della Questura di Siracusa e del commissariato di polizia di Lentini. Domani sarà eseguita l'autopsia sul corpo della donna, morta per una coltellata al collo.
Il fermo
Nei giorni scorsi l'uomo, dopo un lungo interrogatorio, era stato lasciato libero, ma indagato per omicidio, anche per permettere di eseguire l'autopsia di domani come 'atto irripetibile'. Ora nei suoi confronti è stato emesso un provvedimento della procura di Siracusa per omicidio volontario, ipotizzando il pericolo di fuga.
La versione del marito
Ieri parlando con i giornalisti Cannone aveva fornito una sua ricostruzione dei fatti, affermando di essere uscito di casa assieme al figlio diciannovenne, lui per andare in una pizzeria e il giovane a prendere dell'acqua in un supermercato. Secondo il suo racconto, quando un'ora dopo era rientrato aveva trovato la moglie sul letto, le aveva tolto il coltello dal collo e aveva tentato di rianimarla, ma era già morta, poi con uno straccio aveva pulito la pozza di sangue per terra nella stanza. L'uomo ha ipotizzato che la moglie, a suo avviso, avesse "fatto tutto da sola, poi non lo so". Cannone ha spiegato di essere andato nel panico alla vista del sangue, di "non sapere quello che facevo", sostenendo che "il cervello mi è andato in tilt". Anche oggi l'uomo ha riconfermato la sua ricostruzione parlando con i giornalisti. Una dinamica che non ha convinto la Procura di Siracusa disponendo il suo fermo.