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Protesta Tir, in Sicilia tonnellate di agrumi e pomodori ferme nei magazzini

Sicilia

Raffaella Daino

La protesta degli autotrasportatori rischia di avere conseguenze drammatiche su un comparto già provato da eventi climatici estremi, alluvioni, grandinate, alternate a lunghi periodi di siccità, oltre che dai rincari

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Lunghe file di tir con i motori spenti, tonnellate di prodotti deperibili pronti a partire ma fermi nei magazzini con il rischio, ogni giorno più concreto, di finire al macero. Si fa sempre più critica la situazione per i produttori agricoli siciliani e la protesta degli autotrasportatori rischia di avere conseguenze drammatiche su un comparto già provato da eventi climatici estremi, alluvioni, grandinate, alternate a lunghi periodi di siccità, oltre che dai rincari. Non possono arrivare a destinazione i pomodori pachino che dovevano rifornire i mercati del nord Italia, i limoni pronti per la Germania, le arance destinate alla Svizzera e alla Puglia.

Le testimonianze

“Ogni giorno in cui siamo costretti a restare fermi aumentano i costi – dice Serafina Taormina che gestisce la cooperativa Paterna tra la montagna e il mare di Terrasini, in provincia di Palermo e produce agrumi biologici. “Siamo reduci da mesi terribili, con le grandinate che hanno distrutto parte del prodotto e la concorrenza dei limoni provenienti dalla Spagna, più economici ma con una qualità di molto inferiore ai nostri che sono biologici. Se i tir non ripartono non riusciremo a coprire le spese, che sono alte per la produzione biologica, e saremo davvero in difficoltà.”

“Siamo molto arrabbiati con gli autotrasportatori” dice Giuseppe Marsolo di Coldiretti Sicilia “ anche noi agricoltori abbiamo subìto  pesanti rincari ma adesso ci troviamo a pagare anche il prezzo di una protesta non annunciata e senza regole. E rischiamo di perdere fette di mercato, in Italia e all’estero, perché i nostri clienti non vedendo arrivare i prodotti potrebbero decidere di rifornirsi altrove”. Il danno oltre la beffa.

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