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Sicilia, Musumeci "tradito" dalla sua maggioranza: "Non mi dimetto, ma azzero la giunta"

Sicilia

Il governatore dopo il voto per i grandi elettori del Capo dello Stato che lo ha visto arrivare terzo dietro a Nunzio Di Paola e Gianfranco Miccichè. Ambienti del centrodestra avevano assegnato un valore politico a questa votazione alla luce dell'acceso dibattito in corso sulla prossima candidatura alla presidenza della Regione

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"Azzero la giunta, faremo un esecutivo che dovrà portarci all'ultimo giorno. Parlerò con i rappresentanti dei partiti, chiederò di darmi una rosa di assessori, alcuni saranno confermati. Qualcuno ha scritto Musumeci si dimette e molla: ci vogliono ben altri ostacoli, non saranno alcuni atti di viltà politica a condizionare le mie scelte. Musumeci non lascia, raddoppia, rilancia, perché Musumeci sa di avere dalla sua parte la stragrande maggioranza del popolo siciliano al di là dei partiti". Il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, in diretta su Facebook lancia la sfida dopo le tensioni nate dal voto per i grandi elettori del Capo dello Stato che lo ha visto arrivare terzo, dietro a Nunzio Di Paola (M5s), con 32 preferenze, e Gianfranco Miccichè, con 44 voti.

Tensione nel centrodestra

Alla vigilia del voto, ambienti del centrodestra avevano assegnato un valore politico alla votazione dei grandi elettori alla luce dell'acceso dibattito in corso sulla prossima candidatura alla presidenza della Regione (si vota in autunno), con Musumeci già in corsa per il secondo mandato ma con la coalizione che non ha preso posizione, anzi con Miccichè spesso critico nei confronti del governatore per il modo in cui tratta i partiti che lo sostengono. Secondo fonti a lui vicine, dopo il voto Musumeci avrebbe voluto comunicare le proprie dimissioni direttamente al Parlamento e aveva chiesto la parola ma il presidente dell'Ars Miccichè, ancora una volta stratega politico, ha risposto che doveva chiudere la seduta, dedicata alla votazione dei grandi elettori del Capo dello Stato, e che gli avrebbe dato la possibilità di parlare riaprendo 5 minuti dopo i lavori parlamentari, che avevano all'ordine del giorno l'esercizio provvisorio. E invece i lavori non sono più ripresi. Per un'ora circa, Musumeci è rimasto in aula in attesa, mentre Miccichè s'è chiuso nella sua stanza, dove c'è stato un via vai di assessori ed esponenti della maggioranza. Un modo per prendere tempo e raffreddare gli animi accesissimi di Musumeci e dei suoi, che hanno ritenuto gravissimo lo strappo di un pezzo di centrodestra con i franchi tiratori che hanno tradito il governatore, che non solo ha ricevuto 15 voti in meno di Miccichè come grande elettore, ma è arrivato persino alle spalle di Nunzio Di Paola del M5s, che oltre ai voti del suo gruppo e del Pd ha avuto anche quelli dei falchi del centrodestra. Alla fine aula rinviata alla prossima settimana, i nervi rimangono però tesissimi.

I risultati del voto per i grandi elettori del Capo dello Stato

I votanti sono stati 67, tre i deputati (tutti del centrodestra) in congedo. Il più votato è stato Miccichè, 44 preferenze. A seguire Di Paola (32 voti), che ha ricevuto più voti rispetto al numero dei parlamentari dell'opposizione che ieri avevano concordato di convergere sul capogruppo pentastellato. Musumeci è giunto terzo con 29 voti, "tradito" dunque da alcuni franchi tiratori della maggioranza, avendo avuto meno preferenze rispetto al numero complessivo degli onorevoli di centrodestra. Ogni deputato ha espresso due preferenze, molti i voti singoli a Miccichè e Di Paola. Hanno ricevuto un voto i deputati: Giuseppe Lupo (Pd), Anthony Barbagallo (Pd), Antonello Cracolici (Pd), Nello Dipasquale (Pd), Michele Catanzaro (Pd), Baldo Gucciardi (Pd), Giuseppe Arancio (Pd), Claudio Fava (Centopassi), Michele Mancuso (Fi), Riccardo Gallo (Fi), Eleonora Lo Curto (Udc).