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Estorsioni: assolto Pino Maniaci, condanna solo per diffamazione

Sicilia

Il reato di diffamazione, per cui l'ex direttore di Telejato è stato condannato a un anno e 5 mesi, vede come parti offese il giornalista Michele Giuliano e il pittore Gaetano Porcasi

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Il giudice monocratico di Palermo ha condannato a un anno e 5 mesi di carcere per diffamazione Pino Maniaci, giornalista ed ex direttore dell'emittente tv di Partinico Telejato. Assolto invece dall'accusa di estorsione. Il reato di diffamazione vede come parti offese il giornalista Michele Giuliano e il pittore Gaetano Porcasi. Maniaci si è sempre detto innocente sostenendo di essere stato coinvolto per le sue inchieste sulla cattiva gestione dei beni confiscati alla mafia. La pm Amelia Luise aveva chiesto 11 anni e 6 mesi.

L'indagine

Il processo nasce da una indagine della Dda di Palermo sulla mafia di Borgetto, paese della provincia di Palermo. L'inchiesta, a maggio del 2016, portò all'arresto di 10 esponenti del clan. Nel caso fu coinvolto Maniaci, noto per le sue campagne antimafia. Secondo l'accusa il giornalista, a cui venne notificato il divieto di dimora a Palermo e Trapani, avrebbe ricevuto somme di denaro e agevolazioni dai sindaci di Partinico e Borgetto e da un assessore comunale di Borgetto. In cambio avrebbe assicurato una linea soft della sua tv sull'operato delle amministrazioni comunali. Maniaci incappò nelle maglie della giustizia per caso. Da una intercettazione ambientale, a carico di un sindaco, in diretta sarebbe venuta fuori la consegna di una somma di denaro al giornalista. Circostanza che insospettì gli investigatori che decisero di metterlo sotto controllo. Inizialmente Maniaci venne rinviato a giudizio insieme ai mafiosi. I suoi legali chiesero però lo stralcio della sua posizione che venne separata e trasmessa al giudice monocratico.

Legale di Maniaci: "Giustizia è fatta"

"Dopo sei anni di un indecente linciaggio mediatico finalmente è arrivata la sentenza che ha assolto Pino Maniaci da tutte le accuse di estorsione che lo avevano ingiustamente inchiodato e distrutto in questi sei anni. Dopo un'inaudita richiesta di pena per undici anni e mezzo, richiesta che solitamente si riserva ai delinquenti più spregevoli, finalmente giustizia è fatta. Ma Pino Maniaci ha diritto non solo a che gli venga risarcito il danno subito, ma che gli vengano restituiti sei anni di vita distrutta, l'onore e la reputazione professionale indegnamente cancellata". Lo dice l'avvocato Antonio Ingroia (ex pm a Palermo) che ha difeso Pino Maniaci insieme all'avvocato Bartolomeo Parrino. "Quella di oggi - prosegue - è una sentenza che riconcilia i cittadini con la Giustizia del Tribunale di Palermo, ma sei anni di gogna mediatica restano e sono troppi e costituiscono un atto di accusa contro chi lo ha accusato, alcuni con leggerezza, altri con strumentalità, altri ancora in malafede". "Ne è una dimostrazione il fatto che il Tribunale, assolvendo oggi Pino Maniaci, ha anche ordinato la trasmissione alla Procura di un verbale dibattimentale di uno dei suoi accusatori che si era costituto parte civile contro di lui - aggiunge l'avvocato - Una cosa è certa, i guai di Pino Maniaci sono iniziati dal momento in cui ha cominciato ad indagare sulle distorsioni del Tribunale Misure di Prevenzione di Palermo, quando questo era presieduto dalla dottoressa Silvana Saguto. Ad oggi la situazione è questa. Silvana Saguto condannata in primo grado dal Tribunale di Caltanissetta per reati gravissimi. Pino Maniaci è stato assolto dai reati gravissimi per i quali era stato accusato. Giustizia è fatta".