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Migranti, sbarcate 59 persone a Lampedusa

Sicilia
©Ansa

L'imbarcazione sulla quale viaggiavano, di otto metri, era stata intercettata a 12 miglia a Sud dell'isola da una motovedetta della guardia costiera che l'ha scortata fino a molo Favarolo

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Cinquantanove tunisini, tutti maggiorenni, sono sbarcati la notte scorsa a Lampedusa. L'imbarcazione sulla quale viaggiavano, di otto metri, era stata intercettata a 12 miglia a Sud dell'isola da una motovedetta della guardia costiera che l'ha scortata fino a molo Favarolo. Dopo un primo triage sanitario direttamente sul molo, i migranti sono stati ospitati all'hotspot di contrada Imbriacola dove si trovano complessivamente 91 persone.

A bordo della Open Arms presenti 219 persone

Dopo un primo soccorso avvenuto sabato mattina e una giornata di ricerche, la Open Arms, con a bordo il personale di Emergency, ha appena terminato le operazioni di salvataggio di altre due imbarcazioni in difficoltà in zona Sar maltese. Ora a bordo della nave della ong spagnola ci sono 219 persone: 56 sono minori e tra questi 17 hanno meno di 10 anni. Durante la prima operazione odierna sono stati recuperati 61 uomini e 23 minori, tra cui un bambino non accompagnato di dieci anni. Nella seconda, sono invece stati trasferiti a bordo 74 uomini, 5 donne, di cui due incinta, e 18 minori, tra i quali un bambino di appena un anno. In questo momento, la Open Arms è l'unica nave umanitaria presente nel Mar Mediterraneo. Nel corso della giornata e della notte di ieri, sottolinea la ong, "abbiamo ricevuto varie segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà. Tuttavia, raggiunte le coordinate indicate, non siamo stati in grado di rintracciare le imbarcazioni in difficoltà, respinte da motovedette libiche presenti nella zona". Open Arms ed Emergency hanno richiesto più volte l'assegnazione di un porto sicuro a Malta che lo ha negato "attendiamo ora la risposta dell'Italia. Siamo preoccupati di questo silenzio. È evidente infatti che a breve i bambini più piccoli non potranno più rimanere sul ponte della nave, e non vogliamo certo che debbano soffrire di più di quanto hanno già patito, prima di poter essere sbarcati in un luogo protetto".